Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Sinistra Italiana.

“La Liguria a guida Toti ha infranto ogni record negativo sui numeri legati alla pandemia del Covid-19. La nostra è una delle regioni con il più alto rapporto tra decessi e abitanti, ha avuto una diffusione del virus drammatica nelle strutture per la cura degli anziani, è in zona retrocessione nelle statistiche nazionali sull’efficacia della campagna vaccinale ed è di recente stata oggetto di forti critiche da parte della Corte dei Conti per il deficit di bilancio della sanità e le inefficienze del servizio sanitario regionale che spingono molti liguri a rivolgersi a strutture in altre regioni.

A conferma della vocazione al peggio di Toti, non poteva mancare il record di inefficienza nella gestione dei fondi ricevuti dal Governo per il sostegno alle imprese colpite dalle conseguenze delle restrizioni volte a contrastare la diffusione del contagio.

Degli oltre 270 milioni di euro, erogati dal Governo Conte alle Regioni affinché queste potessero scegliere in autonomia quali imprese sostenere e in quale misura, alla Liguria sono toccati circa 7,7 milioni di euro.

Unico vincolo previsto dal Governo per l’uso di questi fondi era la tempistica di approvazione dei provvedimenti di sostegno, poiché in questa crisi la tempestività dell’erogazione degli aiuti è fondamentale per la loro efficacia. Per questo motivo il Governo ha quindi imposto alle Regioni di deliberare le misure di sostegno entro il 31 dicembre 2020, pena la revoca del contributo.
La giunta Toti ha quindi dovuto, in “poche” settimane, “addirittura” decidere quali imprese necessitassero maggiormente di aiuti e quale criterio adottare sull’entità dei contributi tenuto conto dell’ammontare dei fondi a disposizione.

Qualunque cittadino ligure mediamente informato avrebbe facilmente potuto elencare le attività che da mesi sono costrette alla chiusura totale (palestre, teatri, cinema, ecc.) o sono fortemente limitate nell’attività (bar e ristoranti) e avrebbe potuto fissare l’entità del contributo utilizzando i dati del Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio.

Impresa questa evidentemente troppo complessa per Toti, non tanto perché notoriamente non ligure, bensì perché da mesi vanamente impegnato a passare per il primo della classe sul Covid-19 lanciando strampalate proposte sulle riaperture che poi non hanno ovviamente avuto seguito, salvo essere il primo a decidere invece di anticipare le chiusure delle scuole.

Grazie al suo “talento”, Toti è riuscito nell’impresa di deliberare un provvedimento insensato sia nella modalità di individuazione dei beneficiari, sia nelle procedure di erogazione, tanto che, ad oggi, a oltre tre mesi dalla sua approvazione, gli aiuti non sono ancora arrivati ai beneficiari stessi.

Nella scelta delle imprese che hanno diritto al contributo, la giunta Toti ha escluso molte delle attività del settore della raccolta delle scommesse (settore a cui ha ritenuto di erogare gli aiuti) perché ha dimenticato di inserire tutti i codici attività utilizzati da quelle imprese.

Si è assistito quindi all’assurdo per cui alcune imprese del settore del gioco hanno ottenuto il diritto al contributo e ad altre è stato negato benché svolgessero attività assolutamente simili ed assoggettate alle stesse misure restrittive per il Covid-19. Nel caso del settore della ristorazione, la scelta di non prevedere aiuti per le imprese con più di un addetto (titolari inclusi), ha di fatto escluso piccolissime attività, anche a conduzione familiare o con un solo dipendente, ma ha invece riconosciuto il contributo ad altre di ben più grandi dimensioni temporaneamente senza addetti perché svolgono attività stagionale.

Sul sistema di valutazione delle richieste di contributo e le procedure di erogazione, la Giunta Regionale ha scelto di coinvolgere le Camere di Commercio, scaricando sulle loro strutture, già fortemente deficitarie di personale per l’ordinaria gestione del registro delle imprese, il delicato compito di vagliare le domande e le procedure per l’erogazione.
Il fatto che ad oggi non si siano ancora effettuati i pagamenti per domande presentate da settimane, fornisce già una valutazione sulla qualità di tale scelta.

Quello che però non era evidente dalla lettura della sciagurata delibera della Giunta Regionale, era che alle Camere di Commercio Toti avesse demandato anche la funzione di addetto stampa per veicolare le proprie giustificazioni a fronte delle proteste degli imprenditori esclusi dagli aiuti. Agli imprenditori che hanno provato a chiedere chiarimenti per l’esclusione dall’elenco dei potenziali beneficiari degli aiuti stilati sulla base dei criteri fissati dalla Regione, è infatti arrivata (dalla Camera delle Riviere Liguri) una risposta che è sostanzialmente un pessimo comunicato stampa della Giunta Toti, ovvero una sorta di giustificazione per il pasticcio combinato con un goffo tentativo di scaricabarile verso il Governo nazionale.

Riportiamo fedelmente i passaggi più “sublimi” di questa risposta, su carta intestata della Camera di Commercio delle Riviere Liguri, per l’occasione trasformatasi in “Tinello di Toti”:
– “Innanzi tutto sappiamo che tutte le imprese liguri sono state danneggiate dall’emergenza pandemica e dai provvedimenti di sospensione e chiusura, per cui ci riesce difficile chiamare “ristori” quelle che sono per noi erogazioni esigue a favore di una percentuale minima (il 5%) delle imprese colpite”;
– “Inoltre l’importo di circa 7.700.000 messo dallo Stato a disposizione della Regione Liguria attraverso il Decreto Ristori Quater, oltre ad essere largamente insufficiente, doveva essere impegnato immediatamente e destinato ai beneficiari improrogabilmente entro la fine dell’anno, pena la restituzione allo Stato.”
– “Per questo la Regione Liguria (….) ha chiesto alle Camere di Commercio liguri di estrarre in velocità gli elenchi delle imprese appartenenti alle due categorie” (sospese o limitate) “e altrettanto rapidamente li ha approvati con delibera n. 976 del 23/12….”
– “Questa operazione è stata probabilmente imperfetta – al momento stiamo correggendo gli errori tecnici di estrazione – e sicuramente dolorosa per tutti coloro che sono stati esclusi dai ristori, ma ha consentito di destinare alle imprese liguri delle risorse, anche se insufficienti, che altrimenti avrebbero potuto andare perse.”
– “Nel suo caso l’esclusione dall’elenco della delibera 976 è il superamento del limite degli addetti stabilito dalla delibera 976 della Regione”
– “Tuttavia la Regione sta valutando la possibilità di misure analoghe a favore di altre categorie di imprese, cui ci auguriamo Lei possa accedere…”.

Il tutto firmato da “Ufficio servizi alle imprese”, forse intendendo alle imprese di Toti.

In sintesi la Camera di Commercio delle Riviere Liguri, o meglio il “Tinello di Toti”, scrive che il Governo cattivo ha dato pochi soldi alle imprese liguri (come se i ristori nazionali in Liguria non fossero arrivati), che alla povera Regione è stata messa molta fretta ma che è stata comunque veloce e talmente rapida da non far perdere (per sua responsabilità se fosse successo) le somme stanziate, che “probabilmente” la procedura adottata è stata “imperfetta”, ma che se qualcuno è stato escluso per scelta della Regione deve sapere che la Regione stessa sta valutando la possibilità di adottare misure analoghe che potrebbero riguardare proprio gli esclusi di oggi.

Su quest’ultimo passaggio viene da domandarsi chissà quando la Regione provvederà, visto che non è stata in grado di farlo ora, e soprattutto con quali fondi.

Per le imprese liguri escluse dal contributo tutte queste scuse probabilmente aggiungeranno rabbia alla preoccupazione per il proprio futuro, vista la crisi economica che vivono.

Per le imprese a cui il contributo è stato riconosciuto ma che, a tre mesi dalla delibera regionale di approvazione e a settimane dalla presentazione della domanda, ne attendono ancora l’erogazione, più che pensare che “probabilmente la procedura è stata imperfetta”, si ha la certezza che siamo di fronte ad un inaccettabile esempio di inefficienza della Regione a guida Toti.

Al Consigliere Regionale del Gruppo Linea Condivisa ed esponente di Sinistra Italiana Gianni Pastorino, che si è permesso di inviare alla Camera di Commercio delle Riviere Liguri una richiesta di spiegazioni in merito a queste comunicazioni, è pervenuta, a firma del Presidente, una risentita risposta autoassolutoria che è riuscita nell’incredibile risultato di peggiorare ulteriormente la situazione. Nella risposta in particolare si descrivono in ben undici righe (avete letto bene, undici righe) i passaggi formali che porteranno all’erogazione del contributo a favore delle imprese “sopravvissute” ai criteri selettivi della Regione, procedure da cui si desume che le imprese beneficiarie rischiano di non trovare neanche nell’uovo di pasqua quello che avrebbe dovuto essere un “regalo” natalizio”.