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Facebook, Instagram, TikTok. Se da un lato i social network si rivolgono ad un’utenza sempre più giovane, dall’altro i pericoli del web sono in continuo aumento. Con l’incremento dell’utilizzo degli strumenti digitali, dovuto anche al periodo di pandemia che ci costringe a casa, sempre più giovani sono esposti a rischi legati alla sicurezza e alla sfera della privacy, nonché alla nascita di fenomeni quali il cyberbullismo.

Cosa possono fare i genitori per proteggere i propri figli? A quanti anni un ragazzo può ricevere il suo primo cellulare?

Di questo e molto altro abbiamo parlato con Mauro Ozenda, consulente informatico che dal 2006 organizza corsi legati all’uso sicuro, legale e consapevole di internet e dei social network, collaborando con Polizia Postale e Unicef.

“Il primo consiglio che darei a un genitore è quello di installare, il giorno stesso in cui fornisce gli strumenti tecnologici, il parental control – spiega Ozenda ai nostri microfoni. – Con questo strumento si evita che i figli possano accedere a contenuti inadatti. Il fatto che vi accedano può abbassare la soglia di sensibilità e di conseguenza arrivare magari alle scuole medie che non si scandalizzano più di quello che vedono”.

Un altro tema importante è quello dell’uso dei videogiochi: “Spesso vengono demonizzati in modo sbagliato. I videogiochi si possono dare anche nell’età della scuola dell’infanzia, ma vanno dosati nel modo giusto. Il videogioco deve essere adatto all’età del bambino, i genitori devono controllare i tempi. I pedagogisti hanno elaborato una tabella in cui dicono quanto tempo i bambini possono utilizzare, in base all’età, i videogiochi piuttosto che le nuove tecnologie.

Per quanto riguarda il cellulare: “Ho verificato che ad oggi l’età giusta consigliata per dare un cellulare ai propri figli è la seconda media – dichiara Ozenda. – Nel momento in cui si dà bisogna impostarlo bene, con le corrette impostazioni di sicurezza e privacy”. Per i social: “L’età indicata, secondo il Regolamento Europeo sulla privacy, è 14 anni, l’età del consenso digitale, quando un ragazzino si può iscrivere a un social. A 13 anni ci si può registrare invece con il consenso dei genitori. Se ci fosse un ragazzino sotto i 13 anni, da adulto ho la possibilità di segnalarlo al social, il quale è obbligato a bannarlo”.

Quali sono i pericoli più ricorrenti? “Per i bambini le chat con sconosciuti, i follower e i seguaci, un problema che riguarda anche i videogiochi. È giusto chattare, ma con coloro che conosci nella vita reale. Per quanto riguarda WhatsApp, i termini d’uso dicono che l’età minima è 16 anni, ma in quel caso gli adulti devono dare le condizioni e controllare i contenuti che ci passano”.