video
play-rounded-outline
04:59

“Come abbiamo visto, ci sono diversi comuni che non sono favorevoli all’ingresso del privato in Rivieracqua”. Lo conferma Vittorio Ingenito, sindaco di Bordighera, che ribadisce la sua posizione, immutata rispetto a prima.

“Noi facciamo valere un diritto e lo facciamo nelle sedi opportune – dice – e non ci sentiamo in causa per la situazione attuale. Le responsabilità sono acclarate dalle relazioni depositate presso il Tribunale di Imperia, si parla di una cattiva gestione e non è certo colpa degli enti che legittimamente portano avanti delle azioni previste dal nostro ordinamento”.

“Il punto più importante per il futuro sono le competenze manageriali per gestire una società che ne ha davvero bisogno. Bordighera porta avanti un discorso a tutela sia del proprio patrimonio idrico integrato che delle tariffe praticate ai suoi cittadini che sono intorno ai 40 centesimi a metro cubo mentre in altre zone della nostra provincia sono anche tre o quattro volte più care. A Bordighera lo possiamo fare perché negli ultimi quattro anni, con questa amministrazione, sono stati investiti oltre 3 milioni di euro non tutti provenienti dalla tariffazione”.

“Quello che sta succedendo oggi – prosegue il sindaco – dimostra che un referendum è stato disatteso, che la gestione di una società così importante come Rivieracqua necessita di know-how ben diverso da quello che abbiamo visto sino a qualche anno fa”.

Secondo il suo parere, è ancora possibile che Rivieracqua riesca ad andare avanti evitando l’ingresso del privato nella compagine societaria?

“Difficile dirlo – conclude Ingenito – la situazione finanziaria è forse pregiudicata con gli oltre 56 milioni di debiti accumulati, alcune pubbliche amministrazioni dovrebbero indebitarsi, ammesso che lo possano fare, e potrebbero poi avere grossi problemi a raggiungere gli equilibri sulla spesa corrente. Reputo che ci siano pochi margini per intraprendere una strada solo pubblica. Per Bordighera il discorso è diverso, supportato da pareri fondanti, secondo il quale chiediamo che il nostro acquedotto sia gestito in economia dal nostro Comune”.