giovanni toti

Tra dimissioni di ministri ed emergenza sanitaria, si è svolta questa mattina la tanto attesa riunione in videoconferenza tra i rappresentanti del Governo e i presidenti delle regioni italiane.

L’incontro è stato come al solito propedeutico all’annuncio del premier Conte del nuovo Dpcm che dovrebbe entrare in vigore dal 16 gennaio sino al 5 marzo. Decreto che potrebbe contenere norme più stringenti ma anche qualche barlume di speranza verso il futuro, un ‘bastone e carota’ necessario per cercare di far mantenere i nervi saldi ad un popolo sfiduciato, affamato e in balìa delle incertezze giornaliere di chi cerca di governarlo.

Tutta Italia è destinata a finire quantomeno in zona arancione” ha detto Giovanni Toti al termine della riunione nel corso di una intervista rilasciata al Tg2 e riportata dall’Ansa che aggiunge anche un virgolettato del presidente della regione Liguria che recita testualmente “Non credo che gli italiani possano restare con le loro attività chiuse, chiusi in casa e vedere un Governo che traccheggia nella speranza di trovare 7-8 voti al Senato”.

Il ‘bastone’ dovrebbe tramutarsi in divieto generale di spostamenti tra regioni almeno sino al 15 febbraio (subito si era detto sino al 5 marzo), la chiusura dei centri commerciali nei weekend come accade in ‘arancione’, la proroga dello stato di emergenza sino al 30 aprile, limite di due persone per andare a trovare amici o parenti una sola volta al giorno. Sarebbe confermato il cambio di parametri per l’assegnazione dei colori alle regioni: per restare in giallo bisogna essere sotto la soglia Rt di 1, l’arancione scatta da 1 a 1,25 e oltre è inevitabile la classificazione in rosso.

La ‘carota’ è rappresentata dalla conferma, al momento solo ipotetica perché praticamente irraggiungibile, della creazione di zone ‘bianche’ per le regioni che riusciranno miracolosamente ad aver un indice Rt dello 0,50. A loro sarà concesso un lento, prudente e graduale ritorno alla normalità senza chiusure di bar e ristoranti, senza coprifuoco, con musei, teatri e cinema riaperti a certe condizioni di sicurezza. Una meraviglia ma che per il momento resta solo una chimera.