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Si è svolta ieri, presso la Federazione Operaia Sanremese, l’assemblea funzionale all’elezione del Direttivo della Famija Sanremasca per il quadriennio 2023-2027; enorme l’affluenza: sono stati, infatti, ben centouno i soci a esprimere la propria preferenza all’urna. Presente anche l’assessora comunale alla cultura Silvana Ormea.

La Famija Sanremasca è un’associazione culturale fondata nel 1957, la quale si pone alcuni importanti obiettivi al fine di proteggere e tramandare la cultura della città ponentina: organizzare i festeggiamenti tradizionali (come quello del Santo Patrono), eleggere i Consoli del Mare, registrare gli aneddoti e gli avvenimenti della storia cittadina e supportare le amministrazioni tramite idee e proposte. Oltre a mantenere le tradizioni, la Famija ha anche un forte intento inclusivo: infatti, un altro obiettivo dell’associazione è quello di coinvolgere tutti gli abitanti di Sanremo, anche e soprattutto coloro che vi si sono traferiti da altre parti d’Italia o del mondo.

I candidati alla dirigenza sono stati quindici, su undici posti disponibili; gli attuali membri hanno deciso di ricandidarsi tutti, eccezion fatta per Casabianca e Casagrande. Ogni socio ha avuto il diritto di votare da uno a undici nomi tra quelli comparsi sulla lista dei candidati. Dopo un’ora abbondante di scrutinio, sono stati riconfermati tutti i membri del CdA (eccezion fatta per Paola Silvano), e questi sono stati affiancati da tre new entry, Roberto Pecchinino, Andrea Veneziano e Paolo Ferrari. Ma vediamo la lista completa dei membri del nuovo Direttivo e i voti ricevuti:

Paolo Pippione (83 voti), Leone “Leo” Pippione (78), Enzo Benza (76), Marco Mauro (74), Giancarlo Rilla (68), Roberto Pecchinino (67), Andrea Veneziano (66), Gianni Manuguerra (60), Marisa Ricca Ormea (60), Grazia Tacchi Galletti (50), Paolo Ferrari (42).

Non ce l’hanno fatta, invece, Giuseppe “Pino” Di Meco, Paola Silvano, Antonella Guglielmi e Giovanna Negro. Dopo otto anni, l’attuale presidente Leo Pippione potrebbe abbandonare il proprio ruolo:

“Sarà poi il Consiglio a decidere. Io vorrei continuare a lavorare nella Famija, ma preferirei che il mio ruolo fosse ora ricoperto da un rappresentante delle nuove generazioni”, ha spiegato ai nostri microfoni.

L’intervista integrale a Pippione nel video-servizio a inizio articolo.