La sezione Anpi di Sanremo comunica che domenica 23 novembre, a Poggio di Sanremo, verranno ricordati i caduti del 24 novembre 1944, con una cerimonia che avrà inizio alle ore 10.30 in piazza Martiri di Poggio, con la partecipazione dei rappresentanti del Comune e in presenza di parenti dei caduti e di testimoni dei fatti. Per l’Anpi, sezione “G. Cristiano Pesavento”, l’orazione sarà tenuta da Susanna Candiolo, consigliera del direttivo della sezione.
Caduti di Poggio / San Giacomo
Quel tragico 24 novembre 1944, da Pigna i tedeschi giunsero con un camion con 13 prigionieri, non si sa se catturati per quell’occasione o prelevati da qualche prigione. Erano le tragiche vittime della rappresaglia, poiché, secondo le norme delle truppe tedesche, per un tedesco ucciso dovevano morire dieci italiani.
I dieci prigionieri vennero portati sulla piazza di Poggio e uccisi con raffiche di mitra; vennero lasciati lì come esempio per il paese e, dopo dieci giorni, interrati in un campo dove ora sorge il campo sportivo. Più tardi le famiglie li portarono al cimitero del proprio paese.
Uno di essi, solo ferito, morì dopo una atroce agonia, senza che la popolazione potesse prestargli soccorso perché impedita dai tedeschi. (Testimonianza di Allaria Olivieri Olimpia di Andagna, che vide i fatti descritti dalla finestra della sua abitazione: ricorda che i parenti del giovane di Bussana lo avevano riconosciuto e chiamato, così che, dopo la fucilazione, i tedeschi bruciarono anche la loro casa.)
I loro nomi: Basso Domenico (Vincenzo) di Rocchetta Nervina (1901); Castiglione Giuseppe (Beppe) di Centoripe, Enna (1903); Catalano Pietro di Ventimiglia; Ceriolo Giovanni (Dino) di Sanremo (1921); Famiano Pietro (Piero) di Sant’Agata di Imperia (1913); Ferrara Michele (Magnio) di Pigna (1897); Limon Aldo di Olivetta San Michele; Littardi Giobatta (Giovanni) di Pigna (1914); Angiolino Selmi Paolo (Biancom) di Genova (1914); e uno rimasto ignoto.
Quello stesso giorno, i tedeschi, giunti in località San Giacomo, decisero di fucilare lì i tre prigionieri che avevano in più, abbandonando poi i loro corpi sul bordo della strada. Più tardi la partigiana Bacci Rosa ebbe cura della loro sepoltura: ora sul luogo sorge una lapide con i nomi dei caduti Marco Carabalona (Marco) (1900), Filippo Basso (Piccolo) (1900), Stefano Poero (Stefano) (1905), tutti provenienti da Rocchetta Nervina.
L’ultimo nome iscritto su questa lapide è quello di un giovane studente universitario di Milano, Gualtiero Zanderighi (Tenore), che all’età di 22 anni venne catturato dai tedeschi e fucilato il 22 aprile 1945, proprio alla vigilia della Liberazione.








