costanza pireri

Nel rispetto del lutto delle famiglie e del dolore di questa triste vicenda che ha interessato Casa Serena dovrebbe esserci solo il silenzio ma di fronte alle dichiarazioni così scomposte, aggressive e lesive nei miei confronti al punto da spingersi a mettermi in bocca parole e pensieri da me mai proferiti, non posso esimermi dal replicare alla nota delle sigle sindacali del personale della struttura”, così l’assessore ai servizi sociali Costanza Pireri in risposta alle sigle sindacali di Casa Serena

In queste settimane ho sempre tenuto con la stampa un rapporto di piena trasparenza proprio come deve fare un’istituzione, fornendo aggiornamenti quasi quotidiani sull’evoluzione epidemiologica di Casa Serena, dando tutte le informazioni richieste, comprese le anagrafiche quando mi venivano chieste. Asserire però che avrei detto che gli anziani erano troppo vecchi e malati, alludendo quindi ad una totale insensibilità, è quanto di più vergognoso e meschino potessi sentire. Mai ho proferito tali affermazioni. Al contrario ho sempre vissuto intimamente, e riferito pubblicamente, grande dolore per ciascuna perdita, dietro alla quale c’erano vite, storie e persone che anche conoscevo personalmente. Cito solo a titolo di esempio la risposta ad un quotidiano locale in data 28 gennaio, a commento di un decesso tra gli ospiti:Anche solo uno fa male. Sono persone, ognuno di loro è un lutto per qualcuno. E anche se si registrasse soltanto un decesso, sarebbe un dolore’.  

Mi chiedo allora da cosa derivi un livore tale da arrivare ad allusioni tanto gravi e ingiustificate da parte delle sigle sindacali, tanto da mettermi in bocca pensieri da me mai proferiti e da me così lontani. Rimango onestamente sbigottita, anche perché, oltre ad aver sempre agito mettendo il massimo impegno e trattando la vicenda con piena sensibilità e delicatezza specialmente nei confronti delle famiglie colpite dal lutto, in ogni dichiarazione pubblica ho elogiato l’impegno e la professionalità di tutto il personale operante nella struttura, dei medici e delle squadre Asl.  

Grande stupore, infine, desta anche l’accusa di ‘violazione della privacy’ verso il personale della struttura: nel recente Consiglio comunale a precisa interrogazione di un consigliere su come si fosse sviluppato il contagio all’interno di Casa Serena, ho semplicemente informato il Consiglio, nell’ambito del mio ruolo e dei miei compiti, che il primo caso di contagio fu rilevato in un’operatrice, peraltro nei giorni precedenti sottoposta a tampone risultato negativo e a misurazione della temperatura a inizio del proprio turno, così come previsto per ogni altro operatore. L’operatrice, quindi, nell’adempimento del proprio servizio, prima di accusare il malore, era entrata in contatto con numerosi ospiti”.