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Uno dei momenti senza dubbio più spettacolari delle prime due serate del Festival di Sanremo è stato il momento dello show di Jovanotti fuori dal Teatro Ariston. Al suono del fischietto di Jerry Scotti, un centinaio abbondante fra batteristi, percussionisti e bassisti ha attaccato con uno dei più iconici brani del cantautore, ossia ‘L’Ombelico del Mondo‘, scatenando su Via Matteotti e piazza Borea D’Olmo una bolgia infernale dal forte impatto tanto sonoro quanto visivo.

E dire che per il supergruppo dei Rockin’1000, emiliano-romagnolo di nascita ma ‘mondiale’ nella sostanza(è la rockband più grande a livello numerico mai messa in piedi) non si tratta dello show più elaborato.

Quando 10 anni fa nel parco urbano di Cesena, questo progetto venne messo per la prima volta in piedi dall’imprenditore Fabio Zaffagnini, di componenti ve ne erano effettivamente 1000(350 chitarristi, 250 cantanti, 250 batteristi e 150 bassisti). Il concerto si era stato organizzato con il preciso scopo di riuscire a convincere i Foo Fighters a venire a suonare a Cesena. L’esibizione, dove venne suonata ‘Learn To Fly’ divenne virale su internet facendo il giro del mondo e nell’arco di poche ore arrivò direttamente la risposta del leader della band ed ex batterista dei Nirvana, Dave Grohl e pochi mesi dopo, il gruppo venne effettivamente a suonare a Cesena.

Da allora, il progetto Rockin’1000 ha girato il mondo, includendo di volta in volta un numero enorme di musicisti e mettendo in scena esibizioni mastodontiche.

Lo show tenuto durante la prima serata del 75esimo Festival della Canzone Italiana ha richiesto una lunga preparazione, soprattutto dal punto di vista logistico, immergendo il volume e la massa della ‘band più grande del mondo’ nel contesto frenetico di una produzione televisiva come quella della RAI.

“Sono anni che sono iscritto ai Rockin’1000 – dice Jonathan Rizzolini, uno dei 70 batteristi che hanno partecipato all’evento – quando è uscita fuori la possibilità di poter suonare con Jovanotti a Sanremo, è stato organizzato appositamente un ‘click-day’ nel quale chi era interessato poteva candidarsi. Sono stato preso, per fortuna. Che bella esperienza!”

La preparazione effettiva della performance ha richiesto due giorni di tempo, un notevole spostamento di strumenti musicali e, all’interno del contesto del carpet di Sanremo, mentre stava volgendo al termine la sfilata dei cantanti in gara, un timing preciso degli spostamenti di strumenti e musicisti all’interno dello spazio di scena.

“Le prove sono state parecchio lunghe – dice Filippo Castrovilli, batterista, per la prima volta coinvolto nel progetto – Siamo stati lì dalle 8, fino a circa le 11.30 o mezzanotte per provare bene i suoni, le dinamiche. la pioggia no l’abbiamo sentita, diciamo che è stata solo molto coreografica”.

Ogni musicista era rigorosamente munito di cuffie con la traccia da eseguire ed il metronomo incorporato in modo da permettere a tutti i musicisti di muoversi a sincrono. Le prove dello show sono state anche occasione, per la RAI, da poter girare del materiale da poter successivamente integrare con le riprese in diretta dello show.

Alle prove, sotto l’acqua, ha partecipato anche lo stesso Jovanotti.

“Noi non sapevamo niente -dicono i musicisti – Diciamo che ce lo siamo goduto per bene. Qualche sospetto lo avevamo, ma è stata sorprendente anche l’interazione con lui e la sua partecipazione. Abbiamo avuto un Jovanotti tutto per noi”.

“Il giorno dell’esibizione – va nel dettaglio Lorenzo Lanteri, batterista ‘locale’ anch’egli alla prima esperienza con il supergruppo – ci hanno inviato una traccia nuova. Era praticamente identica, con un click appena differente. E’ stato tutto piuttosto concentrato. Sanremo ad ogni modo non ti concede troppo tempo per poter costruire e provare quello che puoi mettere in scena. Siamo arrivati alle 8.30, abbiamo coperto gli strumenti dalla pioggia e ci siamo posizionati per inziare.”

I tre batteristi aggiungono poi un dettaglio particolare dell’esibizione di martedì sera.

“Quando è partito tutto, abbiamo avuto l’impressione di andare totalmente fuori tempo. Ci è stato poi detto che era successo a causa della traccia che aveva avuto un piccolo problema. Le prime 4 battute sono state, diciamo, particolari, per questo, sul momento. Avere a fianco un altro batterista ad ogni modo aiuta. E’ stato davvero bello far riuscire così bene questa traccia. Poi i pezzi sono stati azzeccati. pochi pezzi come questi sono adatti a un contesto co così tante percussioni.”

Nel video le immagini dello spettacolare show di Jovanotti e delle fasi di preparazione del tutto.