Caos e discordia. Il Nuovo Ospedale Unico della provincia di Imperia, di cui se ne parla da quasi 20 anni, si fa o progetto e sogno sono tramontati? Il suo primo colpo di piccone che, secondo i più ottimisti, doveva o poteva essere dato l’anno prossimo, nel 2026, nella piana di Taggia, zona strategica e territorialmente baricentrica subito a Nord della stazione ferroviaria, vicino al casello dell’autostrada, a poche decine di metri dagli ingressi dell’Aurelia bis e della pista ciclabile, lo vedremo finché siamo in vita o è vaporizzato come gli arcobaleni? Gli oltre 130 terreni da espropriare per realizzare l’imponente struttura vanno avanti, sono iniziati o, per dirla come il campione del ciclismo anni ’50 Gino Bartali, il toscanaccio vincitore di ben 2 Tour de France e 3 Giri d’Italia, subito dopo la guerra negli anni ’48-’50, “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”? Progetti, bla-bla-bla spariti, chiusi, sepolti nei cassetti?
Caos e discordia. Lo abbiamo chiesto in questa intervista-verità su più piani al sindaco di Taggia, l’architetto Mario Conio. Ha ammesso che esistono problemi, ritardi, ma anche novità. Possibili soluzioni, accelerazioni. Fatti nuovi che potrebbero, a breve, riaccendere semafori verdi. Da notizie pervenute da colleghi genovesi il presidente della Regione Liguria Marco Bucci da giorni avrebbe contatti con industrie e noti, importanti imprenditori interessati all’operazione. Pronti ad entrare ed investire grosse cifre nel nuovo statale Ospedale Unico Asl1 di Sanremo-Imperia, da costruire, il più presto possibile, vista la super necessità, importanza, sicurezza, tranquillità da garantire finalmente a residenti, turisti, ospiti dell’intera provincia. Si sussurra del possibile interesse di grossi nomi, dalla sfera Angelini a MSC Crociere-Aponte, sarebbe sul pezzo anche uno sceicco di Dubai, proprietario di catene d’alberghi, con mire pure sul Casinò ed il Festival di Sanremo. Per iniziare i lavori occorrono soldi, tanti soldi. In cassa gli iniziali 371 milioni e 844 mila euro stanziati da tempo dall’Inail sono già diminuiti di 15 milioni presi dal presidente della Regione Bucci e dirottati in aiuto all’Ospedale Galliera di Genova. Prossimamente se la cifra calasse ulteriormente addio Ospedale Unico. Dietro l’angolo c’è anche la fulminea “rivoluzione Bucci”, ed i contrari, di un unico presidente-direttore a partire dal 2026, delle 5 ASL della Liguria: Sanremo-Imperia 1, Savona 2, Genova 3, Chiavari 4, La Spezia 5. Brividi.
Al sindaco Conio, parafrasando il celebre film “Il ponte sul fiume Kwai”, premio Oscar ’58, attore protagonista Alec Guinness, abbiamo anche chiesto delle polemiche in corso ad Arma e Taggia sulla sua scelta dell’abbattimento del vecchio ponte alla foce dell’Argentina e la costruzione in corso di quello nuovo riservato alla pista ciclabile. Molte le critiche…
Conio, usando diplomazia e guanti, ha parlato e risposto pure a comportamenti, domande, argomenti sull’irrefrenabile e focoso presidente della Provincia e sindaco di Imperia, il tre volte ministro della Repubblica Claudio Scajola. “Decisionista, pubblico amministratore del fare, da anni il più preparato politico della Riviera – la sintesi Conio – a cui, tra l’altro, ultimamente ho detto di non avere nulla in contrario a restituirgli la mia carica di vice presidente della Provincia”. Alta tensione sanità, presidenze, cariche importanti, riconoscimenti pure tra Sanremo (sindaco Alessandro Mager) Imperia-Genova e molti dei 66 Comuni imperiesi.
Caos e discordia. Bastano queste due sole parole di Eris, dea della mitologia greca, per fotografare e dare risposta ai perché in Italia la sanità pubblica non funzioni come dovrebbe e risponda alle esigenze e necessità di noi cittadini. Ai fiumi di promesse, progetti, convegni, parole che da decenni ascoltiamo, leggiamo, soprattutto in campagna elettorale da politici e pubblici amministratori sul perché, a partire geograficamente dalla Riviera dei fiori, dalla Liguria ed in tutte le altre 19 Regioni d’Italia, comprese le 5 a statuto speciale (Valle d’Aosta, Sicilia, Sardegna, Alto Adige e Friuli-Venezia), ospedali, sanità, Asl non funzionano come dovrebbero. Non assicurano a tutti, visto che paghiamo tasse a non finire, uomini, donne, bambini, anziani, ricchi e poveri, visite, interventi, cure, medicine, assistenza, ricoveri necessari e dovuti nei tempi giusti. Non alle calende greche.
In Italia ci sono oltre 5 milioni di persone che, per mancanza di soldi per andare in cliniche od ospedali privati devono ogni anno rinunciare a curarsi. Disumano. Stop a code di ore ai Pronto soccorso, basta aspettare settimane, mesi, anni prima di essere visitati anche per malattie, cure, operazioni serie, importanti, che sconvolgono mente e cuore. È barbaro sentirsi rispondere “torni tra 2 settimane, 7-11 mesi”. O “il primo posto libero è tra 1 anno e mezzo”, quando va bene. Oppure a chi abita, in città o nell’entroterra, Sanremo o Cosio, Pigna, Rezzo, Ventimiglia, Diano, Col di Nava solo per citare qualche Comune, le risposte dell’Asl sono di questo tipo: “Se vuole prima c’è un posto disponibile… a Carcare, o Cuneo, in Piemonte… o a La Spezia, ecc”. A 30, 80, 150 km di distanza, in altre Regioni. Spesso Asl difficilissime da raggiungere da persone anziane o sole. Ogni anno invece che migliorare si peggiora. Tante le domande, i perché. Al primo posto la mancanza di soldi, grosse cifre. Tanti milioni. Mancanza di medici, infermieri, personale, strutture, tecnologie, un rosario infinito di problemi, mancanze, colpe, errori, omissioni di chi “c’era prima”. Ma è proprio così?
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista al sindaco Mario Conio.


