elezioni sanremo

Come sabato 8 e domenica 9 giugno si sono concluse le elezioni europee ed è finito il primo round delle comunali per eleggere il nuovo sindaco e la nuova amministrazione di Sanremo, per intenderci il dopo Biancheri, è noto a tutti.

Per l’Europa tutto ok. Per sapere chi sarà il prossimo nocchiero di Palazzo Bellevue, chi vincerà il ballottaggio tra l’avvocato Alessandro Mager e l’ingegnere Giovanni Rolando invece si dovrà aspettare ancora sino a domenica 23 giugno. Perchè? Sintetizzando. Troppe divisioni, troppe liste, troppi candidati, troppi galli ed infiniti polli non hanno consentito il semaforo verde, è scattato il rosso. Sotto molti aspetti siamo tornati a metà dell’800, a Massimo d’Azeglio, alla storica frase “Fatta l’Italia ora bisogna fare gli italiani”. Anni di battaglie, eroismi, personaggi storici come Garibaldi, Cavour, Mazzini, rivoluzionari, visionari che combattevano per costruire una vera Repubblica democratica, fondare politicamente e geograficamente una nazione popolare, un’Italia finalmente unita, compatta dalle Alpi a Pantelleria è, purtroppo, ancora un cantiere aperto. Se tornasse Massimo d’Azeglio sarebbe costretto ad aggiornare e ad allargare il suo pensiero. Per dirla con la Generazione Z “Fatta l’Europa e l’Italia bisogna fare ora gli europei ed i sanremesi”. Provocazione? Non credo, neanche un paradosso. È una realtà, un fatto che non può essere messo in naftalina.

Nella storia della Repubblica, da quando si vota per le europee è la prima volta che, meno della metà degli uomini e donne italiani, fa il suo dovere. Alle urne, infatti, si è presentato solo il 49,69%. È deprimente, per la democrazia un giorno buio anche perché accaduto nel centenario dell’omicidio Matteotti. Sembra, sempre più spesso, di vivere al contrario. Invece di unirsi, ci si divide. Ci si dimentica che alle prime elezioni politiche a sovranità popolare, nel 1948 in un’Italia distrutta dalla guerra, con i cimiteri pieni di vittime, famiglie decimate, andò a votare il 92%. Il mondo è impazzito, narcotizzato, un numero sempre crescente di persone s’illude che libertà, benessere, lavoro, ordine, ricchezza, cultura e tutto quanto occorra per vivere bene, senza pensieri, siano dovuti gratis a tutti? Ci penserà la tecnologia, forse l’intelligenza artificiale a risolvere i problemi di ciascuno? Assolutamente no. La Libertà ha un prezzo altissimo. Maggiore attenzione e più conoscenza alla civiltà dei consumi. Dove tutto sembra facile, dovuto. Invece non tutto è facile o possibile.

E le elezioni di Sanremo chi le vincerà, Rolando o Mager? Si dice che tutto dipenderà dal terzo arrivato, Fulvio Fellegara (PD e civici di sinistra). I suoi voti, tutti o in parte a chi andranno? Trattative, dicono i soliti bene informati, sarebbero già iniziate. Il primo round lo ha vinto Gianni Rolando, con una decina di voti di scarto sull’avversario Mager. Anche a Sanremo sabato e domenica scorsa i votanti sono stati in calo, solo il 55,28%. Alle ultime elezioni comunali gli elettori erano stati invece il 62,6%. Il toto sindaco nella città del festival è cominciato. Vincerà Rolando (è il candidato dei 4 partiti del centro destra più 2 liste civiche) con lo slogan “Il meglio deve ancora venire” o l’avvocato Alessandro Mager (4 liste interamente civiche) con lo slogan “Venite con me”?

Tutto può ancora succedere. Ci andrebbe Pippo Baudo con il suo festivaliero “Perché Sanremo è Sanremo”. Insomma non c’è speranza… una volta ancora saranno il rosso, il nero e la roulette a decidere…