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Anche Pasqua, purtroppo come Natale, l’abbiamo vissuta nell’angoscia di una pandemia crudele. Ferite, lutti, dubbi, dolori, ansie sono entrati nelle nostre famiglie. Accanto a legittimi timori ed inevitabili paure sta crescendo però anche la determinazione, la certezza, non più solo la speranza, che riusciremo a vincere, a battere il Covid, la peste del terzo millennio.

È sufficiente, può bastare? No, bisogna sanare i mali, i danni causati e subiti, saper ricostruire in fretta e nel miglior modo possibile il presente, il futuro di figli e nipoti. Come?

“4.0” ha cominciato a chiederlo all’assessore al Turismo, Trasporti, Lavoro, Grandi eventi della Regione Liguria, l’avvocato Gianni Berrino (F.d.i.) e al presidente di Federturismo-Confindustria, Christian Feliciotto, direttore-manager dell’Hotel Nazionale a Sanremo.

Berrino non ha nascosto criticità del “sistema Paese”, il suo forte impegno e la necessità di migliorare la mobilità, sia urbana che quella delle autostrade, troppi cantieri aperti, traffico in tilt, porti, aeroporti, ferrovie, più celerità e sicurezza. “La Riviera continua ad essere troppo isolata”. Si è parlato della recente conferenza sul Turismo, dei suggerimenti di Marco Sarlo (Federturismo, ex assessore al Turismo di Sanremo, manager Hotel Royal), di Silvio Di Michele (Federalberghi), di decisioni, ristrettezze “inaccettabili” del governo Draghi e della Regione Liguria (Toti) in merito alla chiusura di certe attività commerciali dell’ultima ora. Dell’altalena di zone gialle, arancioni, rosse. Feliciotto ha sottolineato la gravissima situazione economica ed imprenditoriale di alberghi, ristoranti ed altre risorse del territorio. “A causa di questa lunga pandemia molte attività hanno già chiuso, centinaia di posti di lavoro sono saltati. Il prossimo Rally, il 25 aprile, il 1 maggio quest’anno con il covid, la chiusura del Casinò, di grandi alberghi come il Royal, il Miramare, altri hotel ed attività, sotto il profilo degli incassi, rappresentano davvero poca cosa”. Una goccia nel mare. A Savona i proprietari delle seconde case per protesta non vogliono più pagare le tasse, né Imu, né Tari.