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Roberta Cento Croce inizia la sua carriera frequentando la FacoltĂ  di Architettura. Dopo la laurea si Ăš fermata in universitĂ  per seguire come assistente quello che era stato il suo corso di laurea, “pianificazione territoriale e urbanistica” corso che al di lĂ  del suo “titolo” era incentrato sullo studio del territorio e della sua evoluzione nata dalla continua interazione tra uomo e mondo naturale.

La sua formazione le Ăš fondamentale per leggere i processi territoriali e l’evoluzione del paese nella storia, ed Ăš molto vicina alla visione dell’ambiente che ha oggi il FAI, quella che ci fa vedere ciĂČ che ci circonda, anche il paesaggio piĂč selvaggio, come frutto della suddetta interazione.

 Le tappe di crescita nell’ambito del FAI sono state: 1989/90, prima iscrizione e ruolo di delegata nella delegazione di Imperia, nel 2003 Capo Delegazione di Imperia, dal 2014 Presidente FAI Liguria.

“Sono nata a Genova il 15 novembre 1950, perĂČ ho vissuto la mia infanzia e giovinezza a Ventimiglia, anzi a Latte, un luogo magico cui sono legate tutte le mie prime esperienze e che amo moltissimo”, ci racconta Roberta.

L’intervista completa nel video-servizio a inizio articolo.

Riflessione psicologica a cura della dott.ssa Patrizia Sciolla

“Nello scorso numero abbiamo indicato i punti su cui esercitarci per realizzare il nostro cambiamento ed il tutto ù naturalmente proiettato verso l’ottenimento della nostra felicità.

La felicitĂ  puĂČ essere sintetizzata.

Sir Thomas Brown scrisse nel 1642: “Sono l’uomo piĂč felice al mondo. Ho in me la capacitĂ  di convertire la povertĂ  in ricchezza, l’avversitĂ  in prosperitĂ . Sono piĂč invulnerabile di Achille; la fortuna non ha un singolo posto dove colpirmi.”

‘Che razza di macchinario eccezionale ha questo tizio nella testa?’

Semplice! La felicitĂ  naturale Ăš ciĂČ che proviamo quando otteniamo quello che vogliamo, mentre la felicitĂ  sintetizzata Ăš ciĂČ che facciamo quando non otteniamo i ciĂČ che vogliamo.

Nella nostra societĂ , abbiamo questa convinzione radicata, che la felicitĂ  sintetica sia di natura inferiore. Come mai? Ma Ăš molto semplice.

Quale tipo di sistema economico ci sarebbe se credessimo che non ottenere quello che vogliamo, puĂČ renderci felici esattamente quanto l’ottenerlo? Per cui miei cari
 esercitatevi in questo mese a cambiare il corso delle vostre esperienze iniziate a vedere le cose che non vanno come ostacoli da superare e non muri invalicabili ritroverete presto la felicità
 Pensate ad una tragica esperienza passata e guardate come poi si Ăš evoluta siete piĂč contenti di prima?”