marengo e fellegara

“Il 12 giugno 2011, 26 milioni di italiani si recarono alle urne per chiedere che l’acqua restasse un bene pubblico e che su di essa non si traesse profitto. Oggi invece, in Italia ci ritroviamo moltissime società per azioni a partecipazione sia pubblica che privata, che sull’acqua dividono la gran parte degli utili, non rispettando il parere della stragrande maggioranza dei cittadini”, dichiarano Fulvio Fellegara, segretario generale della Cgil Imperia e Paolo Marengo, segretario generale della Filctem Cgil Imperia.

“Anche Rivieracqua sta facendo la stessa fine – precisano – sebbene abbia chiuso il suo ultimo bilancio con quasi 2 milioni di utili e le future prospettive di cassa siano ancora migliori. A tal proposito ci preme sottolineare che questo risultato è avvenuto soprattutto grazie all’impegno dei tanti lavoratori che hanno visto aumentare in maniera esponenziale i carichi di lavoro e che oggi si vedono addirittura negare le ferie di agosto per coprire i turni extra di reperibilità”.

“Esiste un investimento migliore per un privato che può operare in un regime di monopolio in cui le tariffe sono assicurate e gli investimenti fatti vengono addebitati in bolletta? Quanto avvenuto in Amat e Aiga con l’ingresso del privato non ci ha insegnato nulla? Sembra di assistere al film già visto nel sistema sanitario pubblico regionale, che da anni viene impoverito e depotenziato per aprire il campo ai privati”, continuano Fellegara e Marengo. “Il film sull’acqua pubblica probabilmente volge al termine, ma non ci stancheremo mai di ribadire la nostra contrarietà a tale scelta e il ruolo che abbiamo interpretato con coerenza e determinazione in questi anni insieme alle associazioni e ai comitati”.

“La Cgil e la Filctem-Cgil, partendo dalla raccolta delle firme per i due referendum, hanno fatto innumerevoli incontri con i sindaci, i presidenti di Provincia, e i vari prefetti che si sono succeduti negli anni. Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione del personale e fatto manifestazioni sotto il Comune di Sanremo. In ogni occasione abbiamo ribadito la nostra netta posizione di contrarietà e lo faremo anche nei titoli di coda di questo brutto film”, concludono.