rivieracqua

Le sigle sindacali della provincia di Imperia Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno richiesto l’attivazione della “procedura di raffreddamento” per evitare – in caso di esito negativo della procedura davanti il Prefetto di Imperia – lo sciopero dei dipendenti di Rivieracqua SpA.

“Le scriventi OO.SS., nel rispetto della L. 146/90 e di quanto previsto dalla L.83/00 e della delibera del 01/06/00 della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero, hanno intenzione di proclamare lo stato di agitazione e un’astensione dal lavoro dei lavoratori dipendenti dell’Azienda Rivieracqua SpA a seguito della mancata convocazione del Commissario dell’ATO Imperiese richiesta il 12/04/24 tramite PEC e sollecitata il 02/05/24 sempre via PEC per avere i dovuti chiarimenti rispetto al contenuto della relazione di aggiornamento del piano d’ambito dell’ottobre 2023 e piĂą precisamente all’allegato 2 riferito al modello gestionale ed organizzativo.

In data 11/04/2024 abbiamo avuto un incontro con l’Amministratore Unico di Rivieracqua SpA, a cui abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni rispetto all’indicazione di voler passare dagli attuali 210 dipendenti a 155 nel giro di dieci anni. Tra le varie azioni per arrivare a tale ridimensionamento, ci preoccupa il blocco totale del turnover fino al 2033, perché già oggi ci sono forti criticità per mancanza di personale tecnico, che costringono i lavoratori a turni e reperibilità ben maggiori di quanto preveda il CCNL e le leggi vigenti in materia di orario di lavoro. Basti pensare che nel 2023, come riferitoci dall’azienda, sono state effettuate ben 24.500 ore di straordinario! Inutile dire che tutto questo, ogni giorno, mette a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Ulteriore preoccupazione sul ridimensionamento del personale è dettata anche dall’ipotesi di inserire nel bando di gara per l’ingresso del socio privato la possibilità di fargli assorbire 20 lavoratori addetti al telecontrollo, lettura contatori e bollettazione.

Nonostante questo, l’Amministratore Unico ci confermava di doversi attenere a tale piano e di rivolgere le nostre rimostranze e richieste di chiarimento al Commissario ad Acta dell’ATO (Claudio Scajola, ndr).

Purtroppo la nostra richiesta di incontro e il successivo sollecito al Commissario ad Acta non hanno avuto risposte o convocazione. Siamo quindi costretti, nostro malgrado, ad attivare tale procedura”.