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È stata convocata un’importante riunione a Firenze in vista della scadenza, fissata per lunedì 11 novembre, entro la quale Rivieracqua dovrà consegnare in Tribunale prova del percorso intrapreso in direzione del piano concordatario sul quale il Giudice dovrà esprimersi.

Gli amministratori di Taggia, Sanremo, Imperia, e i rappresentati delle società Rivieracqua e Amat, sono oggi a Firenze su iniziativa del nuovo commissario dell’Ato idrico provinciale, Gaia Checcucci.

Il commissario, 49enne di Firenze, è stato individuato da Regione Liguria con l’obiettivo di risolvere le numerose criticità riguardanti il ciclo dell’acqua nel Ponente ligure.

Lo scopo dell’incontro è quello di capire se è possibile trovare una comunione di intenti tra Amat, Rivieracqua e i principali comuni in modo da superare la difficile situazione che potrebbe portare al fallimento della società pubblica creata per gestire il servizio idrico nel Ponente.

Se da una parte Sanremo e Taggia hanno deliberato in Consiglio comunale il conferimento delle società pubbliche Amaie e Secom in Rivieracqua (passo fondamentale per il piano concordatario e chiaro segno a favore del mantenimento della gestione pubblica), il sindaco di Imperia Claudio Scajola si è sempre detto scettico sul percorso intrapreso proponendo l’entrata dei privati in Rivieracqua con una quota minoritaria.

Il presidente di Rivieracqua, Gian Alberto Mangiante, spiega: “Il piano concordatario prevede il conferimento di Amaie e Secom e l’inglobamento dei gestori cessati: Amat in primis, Aiga e 2i Rete Gas.”

“Perché il concordato volga a una soluzione positiva è necessario che tutti i soggetti coinvolti remino nella stessa direzione: quella dell’ambito unico con un modello che non necessariamente preveda solo ed esclusivamente soci pubblici,” prosegue Mangiante che aggiunge: “Nascondersi dietro gli evidenti deficit economici e strutturali di Rivieracqua e poi affidare servizi e impianti con un’ordinanza urgente, sapendo benissimo che la società non è in grado di gestirli in maniera soddisfacente, equivale a nascondersi dietro a un dito.”

Il presidente del consorzio si riferisce all’ordinanza con la quale l’amministrazione imperiese ha consegnato nel dicembre 2017 la gestione del depuratore di Imperia a Rivieracqua.

“A questo punto la situazione non passa più attraverso di noi, ma attraverso decisioni di carattere politico. Domani sarà una riunione fondamentale nella quale si capirà se qualcuno ha progetti differenti dal piano concordatario che abbiamo messo in campo e che consideriamo il solo modo per raggiungere l’ambito unico. Chi prenderà scelte differenti dovrà però assumersi le proprie responsabilità perché un eventuale fallimento rappresenterebbe conseguenze negative per il tessuto sociale e per le società creditrici tra cui Amat,” commenta Mangiante.

Il piano prevede infatti il pagamento del 65% dei debiti nei confronti dei creditori.

Stando alle indiscrezioni trapelate il commissario sarebbe dubbioso sulla possibilità di fare investimenti con questo piano concordatario così come confermato anche da Mangiante: “Questo è stato segnalato anche nel piano stesso che di fatto riporta la società a un punto zero. Non avrebbe quindi la forza di fare gli investimenti necessari. Questi potrebbero essere garantiti da un eventuale socio privato di minoranza che però potrà entrare solo ed esclusivamente attraverso una gara a doppio oggetto.”

La maxi fusione tra tutte le società, compreso quelle che hanno in pancia il socio privato (Amat e Aiga), soluzione che eviterebbe di andare a gara, non è quindi percorribile diversamente da quanto ipotizzato in passato dal sindaco di Imperia Scajola. Lo confermerebbe anche il nuovo commissario.