“Coordinare la fase 2 della sanità ligure in un momento complesso, riportando la sanità a funzionare dopo l’emergenza Covid, con la ripresa dell’elezione e un piano aggressivo di smaltimento delle liste d’attesa, integrando in questo percorso il nuovo piano sociosanitario che verrà portato all’approvazione del Consiglio entro la pausa estiva e mettendo in campo una programmazione di medio e lungo periodo sia per la realizzazione del piano di edilizia sanitaria predisposto prima della pandemia sia per la gestione delle risorse del Recovery Fund, in particolare in relazione alla digitalizzazione del sistema e alla medicina territoriale”.
Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti ha illustrato oggi i tre macro obiettivi della nuova Struttura di missione, che si è insediata questa mattina presso la sede di Regione Liguria, con il coordinatore Giuseppe Profiti e la partecipazione delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie e ospedaliere.
“Oggi si è seduta attorno al tavolo la cabina di regia della sanità ligure – prosegue Toti. – Da questa nuova struttura mi aspetto la capacità di lavorare in squadra, con le aziende sanitarie e ospedaliere che avranno la loro autonomia dentro un quadro di collaborazione, insieme ad Alisa e alla Struttura di missione per la programmazione del futuro. Ho chiesto a Profiti di mettersi subito al lavoro: abbiamo di fronte quattro anni per portare a termine una serie di interventi strategici. Dico subito – prosegue – che non rinunceremo a nulla, a partire dal nuovo ospedale degli Erzelli che verrà realizzato in sinergia con il Villa Scassi e anche con il Galliera. Entro qualche settimana presenteremo il cronoprogramma di cosa verrà fatto subito, nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Credo che questo modello possa garantire una gestione coordinata con standard di qualità elevati anche nella formazione, senza ridurre l’autonomia delle singole aziende sul territorio”.
Toti aggiunge: “Alisa avrà un direttore generale e uscirà dal commissariamento entro alcune settimane. Il direttore generale di Alisa farà parte della Struttura di missione insieme ai direttori generali dei Dipartimenti Salute, Bilancio, Affari Generali e anche al Commissario per l’innovazione digitale nella pubblica amministrazione Enrico Castanini. Questo sarà lo zoccolo duro della Struttura, che si confronterà con i direttori generali di Asl e ospedali”.
Circa la scelta di Profiti, il governatore aggiunge: “È una delle professionalità migliori di questa regione, ha già ricoperto diversi incarichi nel sistema di cui ha una conoscenza profonda sia dal punto di vista economico che tecnico funzionale e clinico. È stato fondatore dell’Ircss pediatrico più importante d’Italia, il Bambin Gesù che ha gestito per molto tempo anche in concorrenza con il nostro Istituto Gaslini. Oggi riportarlo al centro della sanità ligure come coordinatore ed esperto credo sia un arricchimento per tutto il mondo sanitario”.
Per il neo coordinatore Profiti “questa Struttura rappresenta un modello innovativo nel panorama delle regioni italiane ed è quindi un unicum trasversale con più funzioni, dal bilancio alla sanità, dalle risorse umane alla digitalizzazione. È un organismo snello che, senza una propria articolazione amministrativa, agirà mettendo insieme i vertici di strutture esistenti. Nei prossimi mesi, con la cronicizzazione del Covid-19, il sistema avrà da un lato l’esigenza urgente di rimettersi in moto dopo la pandemia e, dall’altro, l’opportunità di approfittare di risorse aggiuntive per uscire dalla crisi e costruire una sanità diversa, riconvertita, con un’offerta che risponda alle domande e ai bisogni della popolazione ligure. Non dobbiamo dimenticare che, per sua struttura e caratteristiche, la Liguria è un laboratorio per qualsiasi sistema sanitario regionale perché anticipa la composizione anagrafica del Paese del 2050. Abbiamo quindi la possibilità di mettere in campo risposte a quelli che saranno i bisogni futuri della popolazione sempre più anziana”.
“Accanto a questo – prosegue Profiti – la sfida è provare a sfruttare le risorse in arrivo per alzare il livello dei servizi, utilizzandole anche come leva per lo sviluppo economico di questo territorio, mettendo a sistema anche la presenza a Genova di aziende tecnologiche in campo biomedico e di competenze scientifiche uniche nel Paese”.