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Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato stampa delle opposizioni presenti in Regione Liguria sul Consiglio Regionale svoltosi questa mattina.

“L’ultimo giorno di consiglio sulla riforma della sanità – dichiara il consigliere regionale PD Andrea Orlando dopo essere uscito dall’aula insieme a tutta l’opposizione – è esattamente la spia dello spirito di questa riforma, fatta esclusivamente per le burocrazie per il Ministero dell’Economia e delle finanze e per la sanità privata, chiarisce bene il senso di questa legge, senza ascoltare i lavoratori che semplicemente chiedevano un ulteriore confronto. Questa riforma non darà nessun beneficio ai cittadini, sacrificherà i territori più marginali, umilierà il ruolo dei sindaci, non costruirà una sanità territoriale e non darà un euro in più da investire sulla ricerca sul lavoro e la produttività dei servizi. Oggi si è detto con una forza enorme che cosa vogliono fare: una riforma portata avanti sopra la testa dei cittadini e dei lavoratori. Noi non abbiamo voluto confonderci con questo atto. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo per limitare i danni, ma dobbiamo prendere atto che i danni non possono essere limitarti. Nelle prossime settimane continueremo a girare per spiegare le nostre proposte e la strada che si sarebbe dovuta percorrere e che percorreremo in futuro. Perché questo riforma non andrà lontano perché è contro i lavoratori e i malati ed è destinata al fallimento. Provocherà disordine e caos”.

“Oggi abbiamo assistito a una delle pagine più brutte del consiglio regionale. Bastava sospendere il consiglio per un quarto d’ora e audire i sindacati con i capigruppo per dare un segno di apertura e ascolto. Invece questa destra con un gesto arbitrario e antidemocratico ha deciso di continuare la seduta del consiglio rifiutando ogni richiesta di dialogo arrivata dai sindacati. Siamo profondamente indignati da questo atteggiamento che ha confermato quello che era chiaro fin dall’inizio: questa destra voleva approvare questa riforma in fretta e furia senza contraddittorio e senza alcuna modifica. L’obiettivo era svolgere il compitino chiesto da Ministero e così hanno fatto, votando da soli in aula la riforma e bocciando gli emendamenti presentati dalle opposizioni. Oggi si sono votati al loro riforma sanitaria senza le opposizioni, perché noi siamo con i lavoratori e i cittadini liguri per una sanità pubblica accessibile a tutti” sottolinea il capogruppo PD Armando Sanna.

Il percorso dello sfascia-sanità è iniziato male ed è finito peggio. Prima si è scritta una legge fondamentale senza ascoltare i territori, i lavoratori, gli utenti e i comitati, poi si è votato senza accettare il minimo confronto con gli operatori della sanità che hanno manifestato durante il consiglio regionale. Bucci è andato avanti come uno schiacciasassi: era giusto e doveroso che ascoltasse le preoccupazioni e i suggerimenti dei sindacati. Questa legge avrà una portata enorme su tutta la sanità ligure, sui pazienti e sui lavoratori. Per migliorare davvero la qualità del servizio, bisognava tenere conto delle esigenze dei cittadini, dei loro bisogni e della loro necessità di cura. Tutti aspetti ignorati da Bucci e dalla sua maggioranza, che si sono mostrati sordi davanti al grido di dolore dei liguri davanti al disastro sanitario”, dichiarano Selena Candia, capogruppo regionale di AVS, e Jan Casella, consigliere regionale di AVS.

“La situazione questa mattina era diventata insostenibile. In queste settimane – aggiunge il capogruppo della Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino – abbiamo provato in tutti i modi a portare contributi seri, ma di fronte a un atteggiamento della maggioranza che oggi ha scelto di non ascoltare nemmeno la presenza dei lavoratori, siamo arrivati al punto di rottura. Per questo, come opposizione, abbiamo abbandonato l’aula. Avevamo detto fin dall’inizio che questa riforma non nasceva da un vero confronto. E oggi ne abbiamo avuto la prova definitiva. Ora come sostenuto da Andrea Orlando torneremo nei posti di lavoro, torneremo nei territori, faremo assemblee per spiegare cosa c’è davvero dentro questa legge, le sue contraddizioni e i danni che può produrre. Perché così com’è, questa riforma rappresenta un regalo alla sanità privata e una penalizzazione pesantissima per la sanità pubblica. In 65 giorni si pretende di cancellare cinque ASL e costruirne una sola, senza il coinvolgimento delle parti sociali, degli ordini professionali, dei sindaci. In un Paese normale prima si fanno i tavoli tecnici e poi, nel tempo, si mettono a regime le riforme. Qui invece si parte il 2 gennaio senza nemmeno l’uniformità dei sistemi informatici”.

“Denunciamo la miopia del centrodestra e del presidente del Consiglio regionale – dichiara il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Stefano Giordano – che ha rifiutato di ascoltare in audizione le lavoratrici e i lavoratori della sanità, i primi a essere pesantemente colpiti dalla riforma Bucci. Siamo davanti a una pagina tra le più buie di questa legislatura – forse di tutte le legislature liguri. È inaccettabile che il centrodestra si permetta di bollare come “fascista” chi, in modo pienamente democratico, ha cercato di dare voce a chi ogni giorno manda avanti la sanità pubblica. Ascoltare, aprire un confronto, raccogliere le testimonianze di operatori, ordini professionali, parti sociali e cittadini non è un atto eversivo: è alta democrazia. E invece oggi abbiamo visto l’esatto contrario. Il presidente del Consiglio regionale avrebbe dovuto garantire un percorso trasparente e partecipato. Non lo ha fatto. Si è comportato da sottoposto di Bucci e ha trasformato il confronto in un muro contro muro, mettendo in moto una brutta pagina politica, sostituendo il dialogo con l’arroganza. E tutto questo mentre fuori da quest’aula ci sono le vere voci che andavano ascoltate: i cittadini che restano per 8-10 giorni nelle aree di emergenza prima di essere ricoverati; i pazienti e gli operatori sanitari che ogni giorno rischiano la vita perché mancano condizioni minime di sicurezza nei Pronto soccorso; le persone che prenotano una visita dermatologica e trovano come primo appuntamento disponibile nell’estate del 2027. Questa è la realtà della sanità ligure, questa è la sofferenza sulla quale si dovrebbe intervenire”.