Questa mattina, intorno alle 9.30, le alte cariche del Comune di Imperia e della Provincia si sono radunate, come di consueto, presso i Giardini Martiri delle Foibe, poco distanti dal palazzo civico. dove, in una sobria e solenne cerimonia, per celebrare la ricorrenza istituita nel 2004 con la Legge n. 92 del 30 marzo, che ha dedicato una giornata istituzionale in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende degli esuli partiti in massa dal confine orientale dell’Italia per sfuggire alle persecuzioni attuate dalla Jugoslavia di Josip Tito dopo il 1945, coda finale di un contesto, quello dei Balcani, che negli anni della Seconda Guerra Mondiale fu teatro di gravi scontri e ripetuti crimini di guerra e atrocità e vide intrecciarsi le dinamiche del teatro di guerra europeo alle forti tensioni etniche preesistenti nella regione, da secoli teatro di incrocio e sovrapposizione fra diverse culture, per lo più slave, italiane e germaniche. Le tensioni, rinforzatesi nella prima metà del 900 a causa delle politiche di assimilazione culturale attuate dai governi italiani dopo la prima guerra mondiale(ed in particolare dal fascismo), ebbero poi il loro culmine durante la guerra, con l’occupazione nazifascista della Jugoslavia e, alla caduta dell’asse, dell’instaurazione dello stato Jugoslavo titino, in un momento dove in tutta l’Europa vi era un forte sentimento di regolamento di conti e vendetta che si ripercosse su militari e civili inermi, spesso non legati direttamente ai fascisti, ma sospettati di essere potenziali oppositori politici del nascente regime titino. Il termine “foiba” deriva dal friulano (e prima dal latino) fovea, che significa fossa e sta ad indicare le grandi conche nel terreno di quell’area geografica, fra Italia, Slovenia e Croazia, divenute simbolo dei fatti.
Questo contesto fa si che nonostante l’istituzione della giornata abbia visto all’epoca il parere favorevole di quasi tutto il parlamento(si astenne all’epoca solo Rifondazione Comunista) la ricorrenza è sempre stata oggetto di un dibattito spesso piuttosto polarizzato nella politica e nella società civile italiana.
Furono molti, come sottolineato dal sindaco e presidente della Provincia Claudio Scajola, gli esuli di quelle regioni che, fuggite dal Nord-Est, dopo un lungo viaggio trovarono rifugio nell”imperiese.
“Oggi ricordiamo i martiri delle foibe – commenta il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo. – Dopo tanti anni di silenzio finalmente si parla maggiormente della verità di quello accadde a partire dal 1 maggio del 1945, quando Tito entrò a Trieste e fece una vera e propria strage e un operazione di pulizia etnica verso italiani. Vogliamo commemorare queste vittime innocenti, nostri patrioti. Concittadini, appartenenti alla nostra nazione, barbaramente uccisi, unicamente per la volontà di Tito di annettere alla Jugoslavia la Venezia-Giulia”.
Fra gli storici che si occupano della questione vi è forte concordia nell’attribuire a questa fase, la morte di un numero che oscilla fra i tremila e i quattromila italiani, la maggior parte dei quali non nelle “Foibe”, ma nei campi di prigionia. Meno sull’inquadrare queste operazioni con i connotati della “pulizia etnica”.
La cerimonia ha visto la deposizione di una corona d’alloro ed è stata seguita da un incontro, presso l’istituto Ruffini, con gli studenti, organizzato dalla Prefettura in collaborazione con il Comune, la Provincia, l’Ufficio Scolastico Provinciale e il Comitato provinciale ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), dove è stata mostrata una video Testimonianza della Signora Luciana Miani, Profuga Istriana, nata a Piemonte d’Istria il 19 maggio 1939.
All’iniziativa sono intervenuti il prof. ing. Giovanni Chersola e il dott. Giorgio Traverso dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, i quali rivolgeranno un messaggio in ricordo dei martiri delle foibe.
Nel video le immagini della deposizione della corona da parte delle autorità e le parole del prefetto Valerio Massimo Romeo.