comune imperia

Dopo la nota stampa del Partito Democratico riguardante la variante al progetto della pista ciclabile di Imperia, non si è fatta attendere la risposta dei capigruppo di maggioranza Daniele Ciccione, Ino Ramoino e Orlando Baldassarre che sono così intervenuti:

“Gli osservatori più attenti lo avevano notato da tempo. Ma adesso ne abbiamo la prova. Non stiamo parlando della smania di farsi notare di Fratelli di Italia a Imperia. Quella è palese a tutti, visto che ormai il numero dei loro comunicati stampa (tantissimi) ha superato di molto il numero dei voti che hanno preso alle ultime elezioni comunali (pochissimi). Forse solo Lucio Sardi riesce a fare meglio (o peggio, a seconda di come lo si guarda) di loro…

Quello che si nota sempre di più è l’esatta condivisione delle critiche sterili a questa Amministrazione da parte di Serafini, Strescino & Co. e il Partito Democratico. Talvolta si potrebbero invertire le firme dei comunicati e nessuno noterebbe la differenza.

Anche sulla recente figuraccia rimediata dal PD sulla questione pista ciclabile, non si è fatto attendere il pronto sostegno della Serafini alla sinistra: “il progetto della precedente amministrazione non era solo una linea su un foglio, era l’unico ammissibile”, ha scritto in un commento social.

C’è poco da stupirsi. Tutti ricordando che Serafini e Strescino hanno svolto il ruolo di stampelle della sinistra nel 2013 per portarla a (mal)governare la Città. Entrambi ex assessori con Capacci, sono co-responsabili politici del declino subito da questa città, non possono far finta di essere tornati ieri a Imperia dopo una spedizione su Marte.

Da un ex sindaco (seppur l’unico decaduto della storia di Imperia) e da un’ex assessore (seppur di brevissima esperienza) ci aspetteremmo maggior conoscenza dei temi e maggior senso di responsabilità. Evidentemente non è così e un po’ ci dispiace.

Quanto al Pd, facciamo fatica anche ad aggiungere qualcosa. Di fronte a tali castronerie, sbugiardate in poche ore, verrebbe voglia di citare Emilio Fede. Ci limitiamo a un più educato: ‘Che figuraccia!’”