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Il primo maggio di quest’ano si festeggia in un momento storico difficilissimo per il mondo del lavoro e per l’economia. Stiamo infatti vivendo forse la crisi più drammatica del XXI secolo, paragonabile secondo molti alla grande crisi mondiale del 2008.

Questa volta non è una bolla immobiliare, non sono le banche o le mancanze dei Governi a dettare la recessione, ma un nemico invisibile che sta tenendo in scacco le nazioni: parliamo ovviamente del coronavirus.

Nonostante non si possa uscire e scendere in piazza per celebrare la Festa dei Lavoratori, il primo maggio rimane comunque una data importantissima per riflettere su cosa sta accadendo oggi, ma soprattutto sul futuro.

Ne abbiamo parlato con Fulvio Fellegara, segretario generale della CGIL Imperia.

“È un momento molto complicato: una crisi all’ennesima potenza che si è concentrata in pochissimi mesi con ripercussioni immediate e imprevedibili. Senza mai dimenticare l’aspetto sanitario, il più importante, un secondo dopo il pensiero deve andare al lavoro che oggi non c’è, ma soprattutto quando e come ci sarà in futuro. Punti interrogativi che in questo momento pesano,” commenta.

Ironia della sorte il tema centrale del primo maggio di quest’anno è “lavoro in Sicurezza, per costruire il futuro”, e proprio la sicurezza sul lavoro è un tema prominente in questa situazione di emergenza sanitaria.

“Parlando di istituzioni sono personalmente molto amareggiato nell’aver visto una rincorsa tra il governo regionale e quello centrale. Un giocare d’anticipo di pochi giorni che può garantire visibilità e magari un ritorno elettorale, ma che rischia di farci assumere dei rischi ulteriori,” spiega Fellegara riferendosi all’ordinanza regionale con la quale il governatore Toti ha dato il via libera a una serie di attività, anche lavorative, già dallo scorso lunedì anticipando il Governo di una settimana.

“È mancato un pezzo di discussione – continua il segretario della CGIL – che clamorosamente non è stato fatto, nonostante le nostre continue richieste. Non si può parlare di quando si riapre se prima non si parla di come si riapre, di come le persone torneranno al lavoro e di quale sicurezza avranno. Come sarà gestita la fase 2 dal punto di vista sanitario? Queste risposte ad oggi mancano.”

“Non sappiamo come queste persone potranno girare in sicurezza dal 4 maggio. Manca ad esempio un piano dei trasporti. I pendolari saranno messi in condizione di correre dei rischi.”

“Siamo preoccupati anche per come sarà organizzato il lavoro all’interno delle aziende. Abbiamo firmato un protocollo soddisfacente con il Governo che dovrà essere applicato: i dispositivi di sicurezza, il distanziamento sociale, barriere di plexiglass e il rispetto di tutte le misure dovranno essere garantite a tutti i lavoratori,” spiega Fellegara.

Sulle prospettive nei prossimi mesi per il nostro Ponente ligure dichiara: “Saranno mesi difficilissimi. Mancherà l’apporto dei turisti che arrivano da lontano, mancheranno anche le risorse interne perché tanti hanno patito in questi mesi e possiamo prevedere che anche la spesa interna sarà ridotta. Essendo, inoltre, un territorio basato essenzialmente sui servizi alla persona le preoccupazioni restano tante. Il ritorno al lavoro con la contemporanea chiusura delle scuole mette ancora una volta in difficoltà il lavoro femminile e se ne sta parlando poco.”

Nei prossimi mesi dobbiamo provare a fare sistema. I sindacati dei lavoratori, i sindacati delle aziende e le istituzioni devono ragionare insieme per provare a ricostruire un’idea di territorio e di sviluppo,” conclude Fellegara.