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In Aula, al Senato, a inizio discussione del primo decreto del governo Meloni, il senatore Gianni Berrino ha fondato il suo intervento sui rave party, del quale un estratto ha immediatamente scatenato le reazioni del web: “Un tamtam mediatico che tramite quotidiani, televisione e TikTok mi ha portato alla ribalta”.

L’esponente di FdI, a Palazzo Madama, si era rivolto così a coloro che lui definisce come paladini del Pos: “Vi siete chiesti come mai nei rave esistono macchinari sonori da 200mila euro e non si paga nulla per entrare? Vi siete chiesti come ragazzi e ragazze possano sopravvivere qualche giorno in una bolla in cui tutto è possibile? Voi che spesso ci avete attaccati come coloro che favoriscono l’evasione, vi siete chiesti come mai nei rave non c’è un Pos?”

Abbiamo chiesto al neo senatore un breve commento sulla questione.

“Una battuta fatta per rispondere alle accuse in Senato. Sono confortato del fatto che anche Giorgia Meloni abbia ripreso lo stesso concetto”, ha dichiarato ai nostri microfoni Berrino.

L’intervista completa nel video-servizio a inizio articolo.