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Imponente per struttura esterna, ricca di storia dell’arte e della comunità che rappresenta al suo interno. Stiamo parlando della chiesa parrocchiale di Pontedassio.

Terminata nel 1880 è dedicata a Santa Margherita di Antiochia. Della precedente struttura di origine medievale, sulla quale è stata costruita l’odierna, si conservano solo il campanile (purtroppo ormai coperto dalla facciata) e alcune opere d’arte ancora oggi visibili e integrate nella costruzione ottocentesca.

L’interno colpisce per la ricca decorazione pittorica e l’armonia dell’insieme. La prima tela dipinta per la nuova chiesa è la crocefissione del pittore portorino Leonardo Massabó, di impostazione classica e solenne.

Le altre tele si devono al pennello di Giovanni Borgna, pittore di Martiniana Po e allievo dell’Accademia Albertina di Torino, che dipinse in vari momenti le principali opere della chiesa, coadiuvato dalla sorella Rosa anch’essa artista.

La decorazione muraria è principalmente opera di Giuseppe Guglielmetti, brillante ritrattista, capace di creare illusioni e architetture pittoriche veramente originali.

Nella chiesa si conservano poi opere di assoluto pregio quali: il crocifisso ligneo dello scultore genovese Pietro Olivari, appartenente alla confraternita di San Pietro Martire, la statua lignea della Madonna del Rosario di bottega piemontese del 1700 e recentemente restaurata.

Impossibile non riservare poi una particolare nota di attenzione, per l’impostazione e la bellezza delle figure, al trittico datato 1503 di Luca Baudo da Novara, opera rinascimentale originale.

Quasi anonima sull’altare di sinistra si venera la preziosa statua della Madonna di Trapani, opera marmorea della bottega del Gaggini, ispirata dalla medesima statua venerata nel santuario siciliano. Pontedassio posta lungo la via del sale offriva alla devozione dei tanti mercanti, leciti e contrabbandieri, l’immagine della Madonna. Proprio la vocazione commerciale del borgo influenzava anche la devozione, in sacrestia si conserva una piccola tela di Sant’Eligio patrono dei fabbri e dei maniscalchi, ritratto proprio nell’atto “miracoloso” di ferrare un cavallo.

Altro culto un tempo molto importante per la comunità è quello di Santo Stefano, ritratto nella tela dell’altare del suffragio, patrono dei pastai e dei vermicellai, del resto Pontedassio può vantare di aver dato i natali all’italiano più conosciuto al mondo: lo spaghetto!

Da segnalare infine la facciata rifatta nel 1960 ospita al centro un grande mosaico della scuola nazionale di arte musiva di Spilimbergo.

Si ringrazia don Matteo Boschetti, parroco di Pontedassio, per la collaborazione e la preziosa consulenza storico artistica.