“Entro 36 ore emetteremo una ordinanza di natura esplicativa o una faq per garantire a tutti i sindaci e ai cittadini dei Comuni compresi nell’area oggetto dell’ordinanza governativa di sapere in modo chiaro quali siano i comportamenti consentiti e quali quelli vietati: senza derogare dalle indicazioni ministeriali, si tratterĂ  di una sorta di vademecum di ciĂČ che si puĂČ oppure non si puĂČ fare, dei luoghi dove Ăš possibile o non Ăš possibile recarsi, ad esempio per consentire la frequentazione dei parchi urbani recintati”. CosĂŹ il presidente e assessore alla SanitĂ  di Regione Liguria Giovanni Toti durate il punto stampa dopo il tavolo regionale sulla peste suina.

“La preoccupazione Ăš moltissima – aggiunge Toti – perchĂ© si tratta di una malattia molto grave per i suini, per cui non esiste alcun vaccino: in caso di diffusione del virus, le regole europee che tutelano il mercato ci costringerebbero ad azioni altamente impattanti sulla produzione delle carni suine nel nostro paese, un mercato che vale oltre 6 miliardi di euro all’anno. A fronte di questa situazione, l’ordinanza interministeriale era dunque improntata a criteri di massima prudenza, con la perimetrazione di un territorio probabilmente piĂč ampio di quello interessato dal focolaio per evitare che il virus, che ha una fortissima resistenza, possa diffondersi in luoghi in cui gli allevamenti di maiali sono assai piĂč numerosi rispetto al territorio attualmente colpito”. È necessario ricordare che la peste suina non Ăš trasmissibile o pericolosa per l’uomo.

“Entro tre settimane il piano di monitoraggio della pandemia, con la modifica conseguente dell’ordinanza ministeriale, che comprenderĂ  il piano di abbattimento selettivo dei capi. Nel frattempo – conclude Toti – abbiamo giĂ  chiesto ai ministri della Salute Speranza e delle Politiche agricole e forestali Patuanelli di prevedere una serie di adeguati risarcimenti per tutte le persone e le attivitĂ  che avranno danni economici a causa dei divieti, coinvolgendo anche la Camera di Commercio per perimetrare l’ambito dei ristori”.

“Il nucleo di esperti che riunisce principalmente Regione, Asl e Istituto Zooprofilattico – spiega il vice presidente con delega all’Agricoltura e Allevamento Alessandro Piana – si Ăš formato sin dalle prime segnalazioni perchĂ© il fattore tempo Ăš indispensabile per arginare l’emergenza epidemiologica. La prioritĂ  Ăš quella di circoscrivere il fenomeno per scongiurare la trasmissione del virus dalle specie selvatiche agli allevamenti, che nella nostra Regione sono prevalentemente a conduzione familiare e allo stato semi-brado. L’area delimitata prevede misure di biosicurezza obbligatorie e come secondo step abbattimenti selettivi, una volta circoscritta l’area critica. Ci stiamo confrontando con le Associazioni agricole per stimare i danni economici del settore e proporre i conseguenti ristori”.

“Il monitoraggio in Liguria come in Piemonte era attivo da tempo, ed Ăš proprio grazie ad esso che Ăš stato possibile riscontrare il primo caso positivo, il 5 gennaio a Ovada – aggiunge Angelo Ferrari, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta – Al momento sono 8 i casi su circa 50 capi testati. La vera sfida Ăš monitorare con grande attenzione questa ampia area andando a rinvenire le carcasse presenti sul territorio. Saranno particolarmente importanti le prossime 2 settimane perchĂ© serviranno a delimitare con maggiore precisione l’area infetta. Serve tempo e serve conoscere meglio questo virus, di cui non sappiamo quale sia il grado di patogenicitĂ : piĂč sarĂ  patogeno e piĂč il focolaio ci chiuderĂ  in breve. Non conosciamo la genotipizzazione del virus: sappiamo che non Ăš di origine sarda”.

“Da domani inizieremo con le battute in collaborazione con gli ambiti di caccia e squadre di cacciatori, senza cani nĂ© armi: andremo sul territorio nell’area interessata dall’ordinanza per individuare l’eventuale presenza di cinghiali morti – conclude Roberto Moschi, responsabile del Servizio Veterinaria di Alisa. – Lavoriamo anche con le associazioni e societĂ  sportive che saranno impiegate nelle aree-parco. Abbiamo preparato un vademecum per le regole da seguire in sicurezza: le persone coinvolte che batteranno le aree, senza toccare gli animali, scatteranno una foto con la geolocalizzazione, e invieranno il tutto al servizio di veterinaria”.