Le organizzazioni nazionali della pesca italiana (Alleanza Cooperative Italiane Pesca, Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca, Unci Agroalimentare) rispondono all’appello dell’Alleanza Europea della pesca di fondo per dare vita a una larga protesta contro le politiche europee che stanno mettendo a rischio il futuro del settore. Tra sabato 6 e domenica 7 maggio, si sentiranno le sirene dei pescherecci risuonare lungo le coste italiane e delle marinerie europee per mostrare il profondo dissenso sul bando degli attrezzi mobili di fondo e relative restrizioni proposte dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione per proteggere gli ecosistemi marini. I suoni saranno caricati sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing e trasmessi alla Commissione europea per il 9 maggio, giornata dell’Europa.

“È stato scelto il 9 maggio come data simbolica per esprimere quanto le comunità della pesca abbiano raggiunto il limite e temano per la loro stessa sopravvivenza. La pesca è una politica di competenza europea e la Commissione è l’unico amministratore della Politica Comune della Pesca. Quale dovrebbe essere, dunque, una politica che unisca i pescatori e li renda orgogliosi di essere europei, politica che invece oggi è fonte solo di prospettive depressive? È questo il motivo per il quale abbiamo scelto il giorno dell’Europa come data per suonare le sirene delle nostre imbarcazioni, per richiamare l’attenzione dei cittadini, delle forze politiche, delle istituzioni sul nostro profondo disagio”, affermano gli organizzatori. “Il settore europeo si confronta con enormi sfide come la Brexit, gli effetti della pandemia, la competizione sullo spazio marino con le industrie come le fattorie eoliche, l’inflazione e i costi dell’energia alle stelle. La Commissione europea con il suo piano di azione e la sua proposta di proibire la pesca di fondo nel 30% dei nostri mari arriva come un altro chiodo nella bara in cui il Commissario Sinkevičius vuole chiudere la pesca a strascico”, concludono gli organizzatori.

Domani anche Imperia (ore 10) e Sanremo (ore 11) si uniranno alla protesta simbolica.

In Europa, le 7.000 imbarcazioni che usano il metodo a strascico rappresentano il 25% della produzione ittica dell’UE. Mentre in Liguria delle 490 imbarcazioni sono 64 quelle che effettuano la pesca a strascico. 9 sono a Sanremo, 3 a Bordighera e 5 ad Imperia.

“Ricordiamo che le imbarcazioni a strascico sono quelle che pescano i famosi gamberi viola e che assicurano il prodotto ittico a tutto il sistema della ristorazione”, afferma Lara Servetti di Legacoop Liguria. “Un segmento di flotta che la Comunità Europea vuole fare scomparire in nome di una sostenibilità formale. È sostenibile far arrivare nei nostri ristoranti e supermercati il pesce che proviene da altri continenti dove regole igienico sanitarie, di pesca, lavoristiche, fiscali e di sicurezza non sono certamente quelle dell’Europa e dell’Italia? Nel nostro paese al prodotto ittico deve essere garantito il rispetto della catena del freddo, siamo consapevoli che il prodotto ittico si deteriora giorno dopo giorno? È sostenibile far viaggiare su gomma il pesce e vietare a nostri pescatori di pescare? Ricordiamo che le nostre imbarcazioni sono con battute di pesca giornaliere con attrezzature artigianali e che rispondono ai requisiti fissati già ad tempo dalla stessa comunità Europea”.