pescatori

Il lockdown a terra di bar, ristoranti e mense, che sarĂ  prolungato fino al primo giugno, sta colpendo duramente il settore ittico ligure, dove perĂČ gli imprenditori locali hanno continuato a portare avanti il loro lavoro con la vendita diretta del prodotto e con l’iniziativa del “Pescato a domicilio”, alla quale ora si aggiungerĂ  la possibilitĂ  dell’asporto che darĂ  la speranza di una modesta, anche se non sufficiente, ripresa dei consumi. In questo frangente riprenderĂ  anche la pesca stagionale all’acciuga, ritardata di due mesi per la mancanza del principale canale di vendita di questo prodotto simbolo della Liguria.

È quanto afferma Coldiretti Liguria specificando che a livello Nazionale la metĂ  del pescato (55%) Ăš consumato fuori casa, e ad incidere pesantemente sulle marinerie locali Ăš stato senza dubbio lo stop forzato alla ristorazione, prolungato fino alla vigilia dell’estate, che coinvolge anche la chiusura a cascata delle pescherie e dei mercati ittici all’ingrosso e alla produzione. A ciĂČ si sono aggiunti, da quasi due mesi, i limiti agli spostamenti che hanno causato un generale crollo della domanda di pesce fresco per consumo casalingo, con la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni, per evitare di doversi recare spesso al supermercato, portando cosĂŹ i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati. In Liguria quest’ultimo problema Ăš stato in parte arginato con le consegne a domicilio delle imprese Ittiche della Coldiretti, che hanno portato nelle case dei liguri pesce freschissimo di stagione e mitili.

“La possibilitĂ  di vendita a domicilio e dell’asporto – afferma la Responsabile Coldiretti Impresa Pesca Liguria Daniela Borriello – Ăš un’importante opportunitĂ , anche se continuerĂ  a pesare la mancanza del turismo a cui stiamo assistendo nella nostra regione, a causa delle, giuste ma penalizzanti, misure restrittive finalizzate ad arginare il contagio da Covid-19. Dallo strascico alla piccola pesca fino alle lampare, le difficoltĂ  provocate dall’emergenza sanitaria in corso, sono state, e continuano ad essere, tante; ciononostante i nostri pescatori e mitilicoltori non si sono mai fermati seguendo i ritmi del mare, e a sottolineare ancora di piĂč il loro spirito imprenditoriale il prossimo lunedĂŹ salperanno anche tutte le lampare presenti, con circa 70 membri di equipaggio che, vista la situazione, avevano deciso di posticipare l’inizio della pesca all’acciuga. Oltre che con misure straordinario governative che diano immediata liquiditĂ  alle imprese, Ăš ora piĂč che mai fondamentale che tutti i consumatori, con le loro scelte d’acquisto, sostengano un settore sul quale pesa giĂ  una forte dipendenza dall’estero, da dove viene l’80% del pesce consumato in Italia, a causa anche della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante, che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero, che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy”.

“La chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – ha avuto un effetto a valanga anche sull’agroalimentare della nostra regione colpendo settori di punta come appunto quello della pesca, acquacoltura e mitilicoltura. Per l’eccezionalitĂ  dell’evento e per i contraccolpi subiti dal settore, come Coldiretti Liguria abbiamo chiesto alla Regione di dichiarare lo Stato di CalamitĂ  per avere accesso a fondi che possano dare ristoro alle imprese e permettergli la totale ripresa ad emergenza finita. Riteniamo sia essenziale nell’immediato dare liquiditĂ  alle imprese, definendo inoltre specifiche e straordinarie modalitĂ  di intervento che possano permettere di attivare sovvenzioni dirette, forme e strumenti di accesso al credito dedicati, e misure di tutela che possano permettere di creare le condizioni per una continuitĂ  nel tempo dell’attivitĂ .”