alessandro piana

“È del 10 febbraio scorso un decreto che di fatto porterà alla chiusura delle imprese di pesca a strascico in Liguria.

Tale decreto ha introdotto due novità che non consentiranno al settore di sopravvivere e soprattutto non permetterà a ristoratori e consumatori di avere sulle proprie tavole gamberi, merlani, scampi, triglie e tutti questi pesci di pregio che lo strascico cattura”.

“Nuovi divieti e regole non accettabili per chi lavora sulla pesca a strascico rendono allarmante la situazione – dichiara il Vice Presidente e Assessore alla Pesca e all’Acquacoltura Alessandro Piana – di un comparto già ampiamente penalizzato dalla delicata situazione di crisi della pandemia. La pubblicazione del Decreto governativo che incrementa il fermo biologico, impedisce acquisti e vendite di imbarcazioni al di fuori della GSA di competenza, risulta penalizzante soprattutto per la parte inerente la scelta irrevocabile per l’anno 2021 dell’utilizzo esclusivo dell’attrezzo. Una decisione mortificante per chi effettua ad esempio la pesca del gambero in profondità, una delle nostre eccellenze assolute”. 

Un settore che viene ulteriormente compromesso, dando limiti intollerabili sul profilo della sostenibilità e dell’ammodernamento della pesca ma anche dal versante dei consumatori. 

In primo luogo si prevede un aumento delle giornate di stop per la pesca a strascico. Lo strascico osserva un fermo di trenta giorni consecutivi, a cui si devono sommare altri giorni di fermo pesca cosiddetti “aggiuntivi” che sono stati aumentati da 31 a 37; purtroppo questa è una regola europea che causerà una ulteriore riduzione di giorni di lavoro.

In secondo luogo, e questo è l’aspetto più grave, il Ministero impone che le imprese di pesca dichiarino che pescheranno gamberi di profondità in via esclusiva nel corso di tutto l’anno.

Questa regola è impossibile da seguire, perché la pesca a strascico è multispecifica e le catture variano a seconda delle stagioni.

Se è pur vero, infatti, che in alcuni momenti dell’anno la cattura di gamberi è preponderante, nelle altre stagioni la pesca si orienta su altre specie più abbondanti rispetto ai crostacei.

Dovendo invece applicare il criterio della “esclusività” alla sola pesca dei crostacei, i pescatori saranno costretti a rigettare in mare tutti gli altri pesci e, insieme ad essi, il loro guadagno. Questo comporterà la chiusura di molte imprese e, con esse, la perdita del lavoro di molti lavoratori.

“Occorre ripensare il sistema – conclude Piana – per rispondere alle necessità degli operatori, non complicare lo svolgimento del lavoro aumentando a dismisura la burocrazia e uccidendo, di fatto, la pesca”.