perinaldo

Prosegue con buon successo di pubblico la rassegna letteraria “Seconda stella a destra…Libriamoci tra sapori e profumi a Perinaldo” che torna venerdì 19 agosto, alle ore 18, nella sala consiliare del Comune, con l’appuntamento “Antonio Rubino a Perinaldo ed entroterra”.

A raccontare il rapporto del grande illustratore (Sanremo, 1880 – Bajardo, 1964) e fondatore del Corriere dei Piccoli, sarà Marco Cassini, scrittore e saggista, grande conoscitore ed estimatore di Antonio Rubino, artista che è stato al centro di numerosi studi e opere dell’autore, tra cui “Antòlogia – Antonio Rubino e l’amore per la Liguria” (Philobiblon, 2013). “Antòlogia” (titolo che sarebbe piaciuto a Rubino, poiché gioca sul nome ‘Antonio’ e ‘antologia’), risultato di un’ampia e pluriennale ricerca iconografico-testuale sull’opera di Rubino e dei suoi illustri studiosi, ha il merito di riunire in un’unica opera i numerosi riferimenti a località della nostra regione estratti da quell’universo variegato che è l’immensa opera di Rubino e di ricostruire e riconoscere il profondo legame con il territorio d’origine, attraverso la selezione di 52 suoi scritti (fiabe, racconti, leggende, poesie e canzoni) editi e inediti, e di oltre 250 illustrazioni. Tra le opere di Rubino riproposte nella sua “Antòlogia”, figura “Fiabe quasi vere” (Vallecchi, Milano, 1936), in cui i racconti sono ambientati nei boschi del triangolo Apricale-Bajardo-Perinaldo, luogo magico dove l’autore, bambino, trascorreva le estati: “Avevo dieci anni appena e facevo il capraio sui monti di Apricale. Passavo le mie giornate in un immenso bosco che si stendeva dai Balzi di Perinaldo alloScoglio dei Quaranta assieme alle trentanove capre del vecchio Paolò. Ai miei occhi di fanciullo quel bosco – scrive Rubino nelle “Fiabe” – era come un misterioso palazzo incantato, del quale mi figuravo d’essere signore e re. Conoscevo di quel bosco i recessi più segreti, le piante più antiche, le fontanelle più fresche: conoscevo tutti i posti dove più rosse maturavano le fragole, più nere le more, più dolci i mirtilli”. E di questo ampio territorio teatro di scorribande e giochi infantili con i suoi personaggi “realfantastici” poi protagonista di tante fiabe, Rubino cita i nomi di località ancor oggi perfettamente individuabili.

L’appuntamento con Marco Cassini sarà l’occasione per riscoprire luoghi dei boschi di Perinaldo attraverso gli occhi di un personaggio geniale e straordinario quale è stato Antonio Rubino.

Presenta l’autore la dott.ssa Loretta Marchi, studiosa e autrice di storia locale, ex direttrice della biblioteca civica di Sanremo.
Marco Cassini vive e lavora a Genova ma ha trascorso infanzia e giovinezza nel Ponente ligure, dove ritorna frequentemente. Dopo la maturità scientifica, presso il “Don Bosco” di Alassio, si è laureato all’Università di Genova in Scienze Politiche, in Lettere e in Conservazione dei Beni Culturali. Nel 1986 ha collaborato con Giulia Petracco Sicardi alla stampa del volume di Girolamo Rossi e Nino Lamboglia Gli antichi Statuti di Apricale, edito dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri (I.I.S.L.). Con Nilo Calvini ha scritto Apricale (Dominici, Imperia 1991). Ancora con l’I.I.S.L. ha pubblicato, nel 2006, Apricale. Storia fotografica 1880-1950. Ha frequentato per quattro anni i corsi liberi di disegno, pittura e incisione presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti tenuti da Edoardo Alfieri, Nicola Ottria e Luigi Sirotti, e ha praticato gli studi artistici di Alberto Helios Gagliardo e Angelo Oliveri. Ad Apricale ha fondato, con l’artista francese Danièle Noel, l’Atelier A, laboratorio artistico aperto ai giovani e frequentato da artisti di fama internazionale. Appassionato di stampe antiche ed ex-libris fa parte, dal 1993, dell’Associazione Incisori Liguri partecipando a rassegne annuali e mostre collettive. Il grande interesse e la profonda ammirazione per Antonio Rubino, che considera un suo mito e definisce “illustre illustratore” e “genio dal multiforme ingegno”, nasce anche dal sentire affinità di luoghi e di esperienze (tra le quali “guardiano di capre” e “raccoglitore di olive”), foriere di “eredità di affetti” e comunanza di sentimenti e di emozioni.