riprendiamoci il comune

Depositate le due proposte di legge d’iniziativa popolare alla Corte Suprema di Cassazione e dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 14/01/23, il prossimo 28 gennaio partirà la campagna “Riprendiamoci il Comune”, sostenuta da numerose realtà, reti, sindacati e localmente promossa dalle associazioni Acli San Martino, Aifo, Attac, Cimap, Cittadinanzattiva, Fridays For Future, Intemelia 25 Aprile, Popoli in Arte e Rete Sanremo Solidale.

“Sgombriamo subito il campo da equivoci: la campagna non è un attacco alle istituzioni, semmai si propone di restituire un ruolo pubblico, sociale, ecologico e relazionale ai Comuni, luoghi della democrazia di prossimità”, commenta il comitato “Riprendiamoci il Comune” Ponente ligure.

“Con l’avvento delle politiche liberiste e di austerità, la funzione pubblica e sociale dei Comuni è stata fortemente pregiudicata”, continua. “Il patto di stabilità e il pareggio di bilancio, misure economiche di drastico contenimento della spesa pubblica, hanno profondamente mutato la natura dei Comuni, che, da garanti dei diritti fondamentali, sono divenuti enti la cui unica preoccupazione è la stabilità dei conti economici. In seguito a questo, i Comuni hanno tagliato pesantemente la spesa per i servizi e per gli investimenti, privatizzato i servizi pubblici locali e messo sul mercato il territorio e il patrimonio immobiliare. Tutto questo non trova alcuna giustificazione: infatti, la quota parte del debito pubblico nazionale attribuita ai Comuni non supera l’1,5%!”

“Intanto Cassa Depositi e Prestiti ha dismesso i panni di soggetto pubblico al servizio dei Comuni per diventare un soggetto di mercato che compete con le banche”, specifica il comitato. “I finanziamenti sugli investimenti richiesti dagli enti locali diventano normali operazioni con tassi di interesse stabiliti dal mercato che a volte sono da “usura”. Le proposte di legge intervengono su alcune contraddizioni generali dell’attuale situazione dei Comuni e provano a rispondere a due domande fondamentali: quali devono essere gli obiettivi e le modalità decisionali di un Comune? Attraverso quali risorse e con quali modalità un Comune si può finanziare?”

“La campagna “Riprendiamoci il Comune” indica un percorso collettivo per provare a mettere in discussione l’esistente: una raccolta di firme su due proposte di legge e la costituzione di gruppi locali per discutere temi che stentano a divenire centrali nel dibattito politico, ma che invece hanno forte ricadute sulla qualità delle nostre vite. La prima proposta di legge si prefigge una profonda riforma della finanza locale, sostituendo al pareggio di bilancio finanziario il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere e dando alle comunità territoriali strumenti di autogoverno partecipativo. La seconda proposta di legge si prefigge la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti, ritrasformandola in ente di diritto pubblico, decentrato territorialmente, mettendo a disposizione dei Comuni e delle comunità territoriali le ingentissime risorse del risparmio postale, che ad ora ammonta a 280 miliardi di euro”, spiega.

“Due proposte capaci di parlare ai diritti sociali, ecologici e relazionali delle comunità territoriali, ai diritti e ai saperi del lavoro pubblico, alla capacità di ascolto e permeabilità di quella parte di amministratori e amministratrici locali che ancora collocano la propria funzione dentro la dimensione del prendersi cura. Perché non è la resilienza a cambiare il mondo, ma comunità di cura capaci di lotta e trasformazione. Seguiranno ulteriori materiali informativi”, conclude il comitato “Riprendiamoci il Comune” Ponente ligure.