conte - zecchi - kemeny
Nella foto, da sinistra, Giuseppe Conte, Stefano Zecchi e Tomaso Kemeny

La 30esima edizione del premio internazionale “Ossi di Seppia”, considerato il “concorso letterario più importante nello specifico settore della Poesia Inedita in Italia”, organizzato da decenni dal Comune di Taggia, quest’anno registra nuovi record.

Le iscrizioni, chiuse a mezzanotte del 7 gennaio, hanno infatti superato quota 2.180. Boom anche di poeti stranieri, più di 200. La premiazione della 30esima edizione si svolgerà nell’aula magna di Villa Boselli, ad Arma, sabato 17 febbraio 2024. Tutte le poesie pervenute saranno valutate e selezionate da una “giuria di indiscusso profilo composta dal presidente del premio ‘Ossi di Seppia’, l’avvocato Chiara Cerri, delegata comunale alla Cultura, consigliere della Regione Liguria, dal poeta-scrittore-artista Lamberto Garzia, tra gli ideatori, creatori ed attuale segretario, coordinatore della manifestazione”, Claudio Damiani e Mauro Ferrari.

Supervisione, salvo imprevisti, del fenomenale e storico tris di notissimi poeti e scrittori italiani, conosciuti a livello internazionale che, 31 anni fa, nel 1993, furono gli esaminatori dei lavori della 1^ edizione del premio “Ossi di Seppia”: Giuseppe Conte, Tomaso Kemeny e Stefano Zecchi. In questa felliniana atmosfera amarcord ci piace riproporre, nel ricordo delle migliaia di partecipanti negli anni, la poesia “La nostra Valle”, scritta a mano da Gianna Rodi, una singolare signora e poetessa della Riviera dei fiori, molto conosciuta ed apprezzata non solo a Taggia ma in tutto il ponente, che presentò al 13° premio, nel 2006 e che venne, per i suoi versi e l’originalità, meritatamente segnalata ed apprezzata con pergamena (oggi un po’ sbiadita, ma leggibile) da una super qualificata giuria. La signora Rodi ha superato brillantemente il traguardo degli “anta”, (l’età esatta delle signore non si dice), il suo cuore, la sua testa, la sua mano non perdono occasione ancora oggi di vergare, bloccare su un foglio ogni pensiero, ogni frase, l’inizio di una nuova poesia della sua terra. Formidable! direbbero i “cugini” francesi.