Ospite a sorpresa di oggi è Massimo Cacciari, noto filosofo, politico, accademico e opinionista, che traccia, con la consueta lucidità, un’analisi puntuale del panorama italiano: una chiacchierata stimolante che tocca la politica, la storia, la cultura della società attraverso i secoli e fino ai giorni nostri. Con uno sguardo, naturalmente, a uno dei suoi ultimi libri “La mente inquieta. Saggio sull’Umanesimo”, Einaudi Editore.

Una reinterpretazione storico-culturale profondamente innovativa del mondo umanistico, un saggio sul pensiero italiano del Quattrocento, che cerca di rivalorizzare la parte propriamente filosofica di quel periodo, conosciuto essenzialmente per la straordinarietà della creatività artistica.

Massimo Cacciari: filosofo e uomo politico italiano, professore emerito di estetica presso l’università di Venezia, deputato del PCI (1976-83), fu sindaco di Venezia dal 1993 al 2000, nell’ambito di uno schieramento di centrosinistra, e venne rieletto poi nel 2005, permanendo in carica fino al 2010. Da posizioni teoriche marxiste è approdato a una personale riflessione sulla crisi del pensiero dialettico della tradizione hegeliano-marxista, studiando autori (F.W. Nietzsche, L. Wittgenstein, M. Heidegger, F. Kafka) e culture (in particolare quella viennese e mitteleuropea tra Ottocento e Novecento) che ha ritenuto caratteristici di quella crisi, indagandone poi le ragioni profonde nella tradizione metafisica e teologico-religiosa occidentale. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali tra cui il premio Hannah Arendt per la filosofia politica (1999) e quello dell’Accademia di Darmstadt per la diffusione della cultura tedesca all’estero (2002). Tra le sue opere più recenti La mente inquieta. Saggio sull’Umanesimo e Elogio del diritto; Le sette parole di Cristo (con R. Muti, 2020).