ospedale sanremo

L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Imperia, in qualità di organo sussidiario dello Stato ai fini di tutelare gli interessi pubblici, garantiti dall’ordinamento connessi all’esercizio professionale (DLGSCPS del 13 settembre 1946 n. 233, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561), e pertanto apartitico e apolitico, ritiene doveroso intervenire con qualche precisazione, evitando qualsiasi polemica o strumentalizzazione, su quanto riportato da alcune testate nazionali e locali relativamente ai dati pubblicati sul Piano Nazionale Esiti (PNE) da parte di AGENAS e che riguardano l’ospedale di Sanremo.

“Premesso che il PNE rappresenta un osservatorio nazionale sull’assistenza ospedaliera che, attraverso l’analisi della variabilità dei processi e degli esiti tra soggetti erogatori e tra gruppi di popolazione, consente di monitorare i trattamenti di provata efficacia e produrre evidenze epidemiologiche sulle interazioni esistenti tra assetti organizzativi, modalità di erogazione e performance assistenziali, anche nell’ottica di far emergere eventuali criticità da sottoporre a specifiche attività di audit. Il PNE è realizzato da AGENAS in stretta collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio e con l’Istituto Superiore di Sanità, e in raccordo con le Regioni e Province Autonome, le istituzioni centrali, la comunità scientifica e la società civile. L’edizione 2023 del PNE fa riferimento all’attività assistenziale effettuata nell’anno 2022 da circa 1.400 ospedali pubblici e privati, e a quella
relativa al periodo 2015-2022 per la ricostruzione dei trend temporali”.

“Sono stati calcolati complessivamente 195 indicatori, di cui: 170 relativi all’assistenza ospedaliera e 25 relativi all’assistenza territoriale. I suddetti dati forniti da AGENAS”, precisa l’Ordine, “non rispecchiano la reale situazione medica nel Paese, ovvero nelle singole Regioni, Province e Comuni per quanto concerne il numero dei medici operanti nei singoli ospedali e territori, e l’organizzazione delle reti regionali. La carenza ormai cronica, o meglio drammatica dei medici in tutto il Paese e conseguentemente la crisi del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) non è da imputare esclusivamente alle eventuali debolezze delle amministrazioni locali, bensì ad una non oculata, per non dire pessima programmazione di tutti i governi nazionali e solo in parte regionali che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, ‘sordi’ alle continue sollecitazioni da parte della FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri) di rivedere i parametri per l’accesso alle scuole di specialità e ai corsi regionali per la Medicina Generale. Per non dimenticare i danni provocati dalla pandemia da COVID-19 che hanno acuito il gap assistenziale”.

“Pertanto pur nel rispetto delle opinioni politiche espresse dai rappresentanti dei partiti, si ritiene che certi commenti e ‘slogan’, non giovino assolutamente alla classe medica e infermieristica, ove, anche a livello locale, esercitano colleghi di grande esperienza e professionalità dediti a garantire il bene salute del paziente. Questo Ordine nell’ambito delle proprie competenze, e come noto da anni anche agli estensori del comunicato riportato in premessa, rimane a disposizione dell’intera comunità politica nelle sedi ufficiali, al fine di collaborare in maniera costruttiva ad una migliore assistenza sanitaria in provincia”, conclude.