Mattia Stoppino, in arte Matt Lecler, è un giovanissimo cantautore italiano. Classe 2000, nasce a Roma e cresce a Sanremo, ma sono frequenti i periodi di soggiorno negli Stati Uniti.

È spostandosi tra Los Angeles e casa sua che imbraccia la prima chitarra.

Nasce allora un sentimento, un’affezione, che ben presto diventa prorompente esigenza creativa. Un gusto musicale piuttosto eclettico gli procura una formazione sui pilastri del blues e del rock anni ’60 e ’70: Jimi Hendrix, in particolare.

Più tardi si avvicina a John Mayer, di cui filtra la sensibilità per l’acustico e l’anima country-folk. L’estro delicato e turbolento al tempo stesso ne fa una voce paradigmatica di una generazione: i suoi sono i fantasmi e i dilemmi di tanti ragazzi; la sua fragilità, non dissimulata nei testi, offre un quadro illuminante di un modo d’essere diffuso.

La bravura tecnica sulla chitarra e la cura meticolosa del suono e dell’editing, tutta autonoma, ne fa un’artista a 360°.

Perso nel “boulevard of thoughts” (da ‘When the day will come’), si pone il quesito amletico: “Who am I? That’s my quest”.

Proviamo a rispondere noi per lui: un uomo, un cantautore, uno scrittore sincero. Stemperate da melodie folk-soul che rimandano a certi paesaggi statunitensi dell’infanzia, le sue ansie (gli amori, le paure che ‘non hanno mai corso così veloci’, il fascino del nulla) si quietano nella consapevolezza della propria musica.