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Vigneti ed uliveti: le necessità congiunte per due settori cardine dell’economia ligure.

“Aumentare le produzioni, recuperare i terreni incolti e/o abbandonati e far fronte immediatamente al problema della siccità, soprattutto per l’olivicoltura. Queste i tre punti cardine che accomunano la viticoltura e l’olivicoltura in questo momento. La Liguria ha moltissimi vigneti incolti che rientrano, con molta probabilità, nella superficie vitata regionale su cui si calcola la percentuale dell’1% per le autorizzazioni dei nuovi impianti. E’ necessario istituire al più presto una banca dati regionale in cui inserire tali terreni vitati incolti e/o abbandonati così da poter attribuire maggiori nuovi impianti produttivi ai soggetti che ogni anno ne fanno richiesta. La stessa cosa vale per i terreni a vocazione olivicola dismessi: incrementare la produzione di olio ligure, ancor più in questo momento in cui è bene ridurre sempre di più la dipendenza dall’estero, è fondamentale”. E’ quanto affermano Gianluca Boeri Presidente di Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale in occasione dei Tavoli verdi regionali.

In Liguria la coltivazione della vite viene condotta principalmente grazie ai tipici terrazzamenti su più di 2000 ettari di terreni nei quali si producono vini d’eccellenza che vantano il fregio di ben 8 DOC(DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e 4 IGT (Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese). L’olivicoltura viene condotta su migliaia di ettari e produce anche extravergini eccellenti con prodotti conosciuti a livello mondiale che rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure.

“Per quanto riguarda i vigneti, sono stati assegnati nuovi impianti di produzione per 16,43 ettari, su una richiesta totale di 212 ettari: è evidente che va superata la normativa attuale per poter aumentare gli ettari da concedere a chi ne fa richiesta – proseguono Boeri e Rivarossa -. Come è necessario che, nei prossimi bandi del Psr 2021-2022 e nella prossima programmazione da gennaio 2023, ci siano delle misure ad hoc che consentano ai comparti penalizzati fino ad ora, come quello olivicolo, di poter progettare degli investimenti. Un’altra problematica che abbiamo affrontato è quella della siccità che sta gravando fortemente sulle nostre imprese, soprattutto su quelle olivicole, per cui va al più presto messo in atto un piano di invasi per recuperare l’acqua piovana ed un sistema per riutilizzare in agricoltura le acque depurate. Incentivare, poi, il recupero di nuovi terreni vitati e olivicoli abbandonati è anche una strada verso la soluzione delle problematiche fitosanitarie: si eviterebbe, ad esempio, il proliferare della Flavescenza Dorata nei vigneti e della Mosca dell’Olivo negli uliveti.  Attendiamo, dunque, risposte concrete – concludono Boeri e Rivarossa – dalla Regione a cui abbiamo esposto le problematiche più rilevanti di entrambe i comparti poiché le nostre imprese si stanno già facendo carico della situazione difficile generata dalla guerra ucraina, con i conseguenti sconvolgimenti di mercato e speculazioni lungo le filiere”.