agricoltura

Riceviamo questo comunicato da Coldiretti.

“È consentito, anche al di fuori del Comune ovvero della Regione di residenza, lo svolgimento di attività lavorativa su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione”.Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare che la faq pubblicata sul sito del Governo chiarisce che anche nelle zone rosse e arancioni, come la Liguria, è possibile la cura dei terreni ai fini di autoproduzione, anche personale e non commerciale. Via libera quindi agli spostamenti per i circa 25mila liguri che fanno gli agricoltori solo per passione, coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati, per garantirsi cibo genuino e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta.

La coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo  sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito.

“Una precisazione importante – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – che  consente gli spostamenti a coloro che fanno gli agricoltori solo per passione: se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Il bisogno di conoscenza di tecniche base per la cura del terreno è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate, ma ha favorito anche la nascita della nuova figura del tutor dell’orto che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione, il tutto in un’ottica di piena consapevolezza del proprio territorio, stagionalità delle produzioni, del rispetto ambientale e delle reali caratteristiche del cibo che si porta in tavola”.