chiesa pontedassio

Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di don Matteo Boschetti, parroco di Pontedassio, sul giorno di Ognissanti e dei morti: “La valle Impero, oltre ai tanti monumenti artistici e storici, conserva ancora molte delle sue altrettanto antiche tradizioni. Proprio in questi giorni la commemorazione dei defunti è sicuramente un momento che ancora oggi riunisce, nel ricordo dei propri cari, le famiglie e le comunità della nostra valle.

Tante sono le consuetudini tramandate nei secoli, basti pensare al canto dell’Ufficio dei defunti, ancora in uso nella parrocchia di Aurigo, con le sue solenni melodie, spesso derivate dal gregoriano, ma rielaborate in tono popolare dai fratello della confraternita di San Giovanni, con tutto il sentire struggente proprio del canto popolare erede delle laudi medioevali.

A Borgomaro si conserva la tradizione della messa alle 6 del mattino, prima del sorgere del sole, nell’Oratorio di San Rocco. La piccola chiesa, oggi quasi spaesata in mezzo ad edifici moderni, è in realtà la sede dell’Arciconfraternita della Buona Morte ed Orazione, sotto il patrocinio di San Rocco, sodalizio che nei secoli scorsi si occupava di dare sepoltura ai cadaveri che si rinvenivano abbandonati nel “quartiere del Maro”, ma soprattutto aveva il difficile compito di accompagnare i condannati a morte nelle loro ultime ore e sostenere le loro famiglie. Una cappa nera e un cappuccio nero a coprire il capo dei confratelli che spesso appartenevano alle famiglie più nobili e benestanti del Maro e che per umiltà non mostravano il volto per non essere riconosciuti durante questa opera pietosa.

Villa Viani, Lucinasco, Caravonica e tanti altri Borghi conservano la “chiamata dei morti”, tranquilli nessuna seduta spiritica! È la lettura di un elenco dei defunti, rigorosamente diviso in uomini e donne, a cui si risponde con una invocazione liturgica. Elenchi manoscritti che spesso risalendo tra le generazioni arrivano oltre gli ultimi 100 anni. Non solo un’anagrafe ma tante volte sottolineate dal ricordo di un soprannome o di una caratteristica che rendono il momento di preghiera un ricordo vivo di come erano i nostri paesi nel passato.

Un ultima tradizione viva ancora qualche anno fa a Chiusavecchia coinvolgeva i più piccoli. Dopo la messa del mattino del 2 novembre nella chiesa parrocchiale di San Biagio, i bambini facevano una questua di caramella e dolcetti per le case del paese: “u se campa pe i morti”! In cambio dei piccoli doni una preghiera per i defunti della casa visitata. Chissà se non finiremo per scoprire che Halloween in realtà è nata tra i gumbi dell’Impero?”