bosco di lecci ventimiglia

Lunedì mattina, ore 11, sarà inaugurato il nuovo spazio appena realizzato del “bosco dei lecci” nell’Oasi di Nervia.

Lo annuncia, insieme al sindaco Gaetano Scullino, il consigliere incaricato alla tutela dell’ambiente Giuseppe Palmero che ha seguito dall’inizio il progetto insieme al vicesindaco Bertolucci: “Da tempo l’amministrazione Scullino aveva programmato di riqualificare quest’area in zona Campasso, a Nervia, limitrofa alla ciclabile Pelagos. Realizzare la passerella di collegamento tra le due sponde e i due comuni, opera importante e voluta dalla prima amministraizone Scullino, in quella posizione centrale che spacca l’Oasi in due è stato un grosso errore, andava realizzata in un’altra posizione, ma pazienza”.

“Mitigazione, ampliamento e riqualificazione dell’area verde protetta, questi sono gli obiettivi che intendiamo perseguire”, dicono gli amministratori, “tramite la realizzazione di un bosco di lecci in zona Nervia, creando un’ampia zona cuscinetto tra la ciclopedonale e il Nervia, ma anche chiudendo gli accessi a invasioni incontrollate che possano creare danno all’area faunistica”.

“Lunedì mattina, insieme ad una classe della vicina scuola di Nervia, pianteremo alcuni alberi insieme ai ragazzi”, dice il sindaco Scullino, “per dare un messaggio di amore verso l’ambiente che speriamo si propaghi in tutta la città. La scelta di questo tipo di pianta è voluta. Il leccio è senza dubbio uno degli alberi sempreverdi più rappresentativo del bacino del Mediterraneo visto che è a queste latitudini che trova il suo clima ideale”.

Il leccio è un albero sempreverde e latifoglie, con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20–24 m. Può assumere aspetto di cespuglio qualora cresca in ambienti rupestri. È molto longevo, potendo diventare plurisecolare, ma ha una crescita molto lenta.

Continuano gli amministratori: “È solo un inizio, vogliamo lavorare insieme alle associazioni presenti sul territorio, a tutta la Città, alla riscoperta delle nostre oasi naturali, che sono sette, dobbiamo saperle proteggere, dobbiamo aumentare la cultura della tutela dell’ambiente, senza assumere però atteggiamenti di chiusura da ambientalisti talebani”.

“Noi vogliamo”, concludono gli amministratori, “avvicinare anche la gente comune, i ragazzi, i turisti, a comprendere l’importanza della tutela dell’ambiente. Dobbiamo riuscire a rendere naturale l’amore e il rispetto per la fauna, l’ambiente e il relax. E questo obiettivo non possiamo raggiungerlo con la chiusura totale a tutti o a tutto, ma ci riusciremo attraverso un’apertura guidata delle zone circostanti l’Oasi faunistica creando anche strutture di accoglienza, sportive e accompagnando i visitatori con guide ragionate ed esperte, magari con la gestione di queste strutture affidate ad associazioni ambientaliste”.