Il consigliere comunale di opposizione a Imperia, Luciano Zarbano, interviene con una nota stampa a seguito della risposta dell’amministrazione comunale alle sue dichiarazioni di stamani sulle navette elettriche a guida autonoma.
“Dare del ‘vile’ a un consigliere comunale che esercita il proprio mandato di controllo è un atto gravissimo, che qualifica chi lo pronuncia molto più di chi lo riceve.
Qui non c’è alcuna confusione: c’è una città che ha già pagato errori clamorosi su progetti ‘innovativi’, annunciati in pompa magna e poi finiti sotto la lente della Corte dei Conti. Questo è un fatto, non un’opinione. Far finta che non esista è comodo, ma profondamente irresponsabile. Ho solo posto una questione semplice e legittima: quando in questa città si sperimentano innovazioni costose e complesse, è doveroso valutarne metodo, sostenibilità, risultati attesi e precedenti.
Il problema non è associare i progetti: il problema è che questa amministrazione non ha voglia di imparare dagli insuccessi che purtroppo possono accadere. E quando qualcuno osa ricordarlo, reagisce con insulti personali invece che con atti, numeri e risposte puntuali. Dire ‘ci sono studi’ o ‘ci sono docenti universitari’ senza rendere pubbliche carte, valutazioni, costi reali, rischi e responsabilità non è serietà: è solo fumo politico. La credibilità delle scelte non si difende con gli insulti, ma con i documenti.
L’esperienza del bus a idrogeno, oggi attenzionata dalla Corte dei Conti, non è una ‘suggestione mediatica’, ma un fatto oggettivo che impone prudenza, trasparenza e approfondimento. Ignorarlo sarebbe irresponsabile. La vera lesione al buon nome di Imperia è il controllo che questa amministrazione vuole esercitare nei confronti dell’opposizione. A danneggiare Imperia è semmai l’idea che chi governa non debba essere messo in discussione o che il dissenso sia un problema da delegittimare.
Il controllo democratico non lede il buon nome della città, lo tutela. È il messaggio arrogante che tenta di far passare ogni critica come un attacco alla città. È il clima intimidatorio verso chi chiede trasparenza. È la presunzione di infallibilità con cui si pretende il silenzio. Per quanto riguarda i presunti ‘esposti’ e i ‘sospetti inesistenti’: asserzioni di pura fantasia.
Io non metto in dubbio ‘qualsiasi iniziativa’: metto in discussione le iniziative gestite male e senza garanzie, soprattutto quando coinvolgono milioni di euro pubblici. Ed è esattamente quello che farò, anche in futuro. Con buona pace di chi confonde la politica con l’unanimismo e il confronto con l’obbedienza. Se questo infastidisce l’amministrazione, è solo un problema politico loro.
Se l’amministrazione ha ragione, lo dimostri con i fatti. Gli insulti, invece, sono solo la prova che le domande fanno paura”.








