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In attesa del consiglio comunale monotematico, richiesto dalla minoranza, a Sanremo continua a tenere banco la questione Casa Serena.

Una vicenda nata male e, probabilmente, proseguita peggio con il suo culmine, almeno per il momento, nella richiesta della My Home di rescindere il contratto di gestione a far data dal 15 novembre. Un ulteriore scossone per ospiti e, soprattutto, lavoratori della struttura matuziana che, in buona sostanza, non sanno che ne sarà di loro.

“È purtroppo bruttissimo a posteriori dire che avevamo ragione. Il Comune ha sbagliato – dice al nostro giornale Fulvio Fellegara, segretario generale di Cgil Imperia. Per risolvere un problema di bilancio ha scelto la via più facile penalizzando le persone che lavorano e quelle ricoverate nella struttura. In 30 hanno già perso il posto di lavoro per colpa delle scellerate scelte dell’amministrazione comunale e gli anziani da 90 sono passati a 50 con livelli di trattamento difficilmente paragonabili a quelli che c’erano prima.

Il Comune non è riuscito a mandare via la My Home e ora il soggetto stesso sceglie di andarsene con, inevitabile, forte preoccupazione. Non sono chiari i tempi, si parla di 15 novembre forse con una piccola proroga, non sono chiare le modalità di passaggio con i nuovi gestori perché non si sa chi verrà. Difficile che il Comune si riprenda Casa Serena, più facile un nuovo privato che dovrà però farsi carico di tutti gli attuali problemi. Ci troviamo davanti a un vero pasticcio, al fondo del quale ci sono sempre trenta persone, suddette, senza lavoro”.

Proprio per quest’ultime Fellegara auspica un richiamo al servizio in caso di rilancio della struttura: “Se ci sarà un ritorno a numeri decorosi, con una capacità di rilancio da parte di chi arriverà, un occhio di riguardo dovrà essere riservato a chi già aveva quel posto del lavoro e oggi non lo ha più – sottolinea il segretario”.

Preoccupazione anche per chi ha continuato a lavorare all’interno della casa di cura e che, attualmente, non conosce quale sarà il proprio futuro: “La struttura non può chiudere – dichiara. Chi arriverà dovrà garantire il passaggio diretto a tutti i lavoratori, lo chiederemo con forza. A dire il vero lo avevamo già fatto con il passaggio alla My Home, ma così non è avvenuto. Auspichiamo la continuità di lavoro, opereremo per questo e per far sì che se ci fossero nuove possibilità occupazionali vengano considerate le persone lasciate a casa a causa di un percorso che è stato quantomeno accidentato”.