Tutto sembra fuorché essere in zona rossa. A Sanremo in particolare ma anche negli altri centri della provincia sono sempre di più i comportamenti ‘trasgressivi’ e superficiali della gente esasperata dalle restrizioni e dall’emergenza sanitaria, e le forze dell’ordine non sembrano particolarmente severe nel far rispettare le imposizioni.

Una spiegazione al sempre troppo alto numero di nuovi contagiati ci dev’essere. Tutti gli indicatori portano verso una sola direzione che è quella dell’inefficacia delle norme dei Dpcm e la conseguente perdita di credibilità verso le istituzioni e il loro macabro balletto di colorazioni che inoltre alimenta il negazionismo.  

“Che senso ha tenere chiusi bar e ristoranti, cinema e teatri, musei e casinò – dicono – e poi lasciar liberi tutti di passeggiare assembrati sulla ciclabile, lasciare aperti e senza numeri contingentati i supermercati, permettere di salire sui mezzi pubblici senza controlli particolari e tenere aperte anche le chiese e i luoghi di culto dove in particolare a Pasqua si sono riversate masse di fedeli”.

L’anno scorso in pieno lockdown chi si recava a fare acquisti nei centri commerciali metteva in conto un controllo all’ingresso e la conseguente attesa per rispettare una molto ridotta capienza massima consentita e tra gli scaffali dei prodotti era sistematico imbattersi anche nei controlli della Polizia Locale sul rispetto dei dispositivi di protezione (mascherine ben posizionate, gel e guanti obbligatori).

Chi vuol rincarare la dose aggiunge: “Se qualcuno ha sintomi che gli fanno scattare il timore di aver contratto il virus come prima cosa deve chiamare il suo medico o l’Asl. La risposta può solo essere: vada a fare un tampone. E così se la persona fosse veramente contagiata se ne andrebbe in giro a farsi ‘tamponare’ con la sua pesante carica virale a disposizione di chi incontra sulla sua strada incrementando il plafond di positivi”.

Dicevamo Sanremo. La capitale turistica della Riviera, dopo il Festival e la ciclistica Milano-Sanremo oggi è immersa nel rombo dei motori del rally, un’edizione che proprio quest’anno fa segnare uno dei più corposi elenchi degli iscritti della sua storia, oltre 350! Ogni auto in gara ospita pilota e navigatore ed è supportata da meccanici e manager, diciamo quattro o cinque persone, per un totale approssimativo che supera facilmente le duemila unità, alle quali vanno aggiunti tutti gli uomini o donne messe in pista dall’organizzazione, ed anche qualche immancabile stand che vende prodotti di target automobilistico.

Non sbagliano di molto quindi quelli che parlano di circa tremila presenze, per tre giorni almeno, in città, un grosso sollievo per alberghi e pensioni, decisamente meno per bar e ristoranti, con annesso l’inevitabile codazzo di polemiche sul tema ‘dagli all’untore’.