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Abbiamo fatto un salto a Chiusanico per fare quattro chiacchiere con Maurizio Gerini, da poco rientrato dalla Dakar 2024 svoltasi a inizio anno in Arabia Saudita e suddivisa in 12 tappe, dal 5 al 19 gennaio.

Alla settima partecipazione alla popolare corsa nel deserto, da 3 edizioni Gerini ha messo via i panni del motociclista per indossare quelli del navigatore per la pilota spagnola Laia Sanz.

“La differenza fra auto e moto è notevole”, spiega Gerini. “Con l’auto vai molto più forte ma fatichi di meno, senti molto meno le tribolazioni, gli urti. Anche se non sembra la moto è davvero distruttiva. Sanz ha alle spalle 11 Dakar in moto, tutte terminate, più le 3 edizioni con me in auto. Eravamo già avversari in gara ma amici. Si è trattata di una scelta azzeccata per tutti e due, così come la scelta di Astara come team”.

Durante la lunga intervista, il centauro di Chiusanico ha voluto soffermarsi anche su quello che concerne la quotidianità di un pilota in una competizione dura come la Dakar.

“Quest’anno è stata una bella corsa per noi. I problemi sono all’ordine del giorno. Abbiamo avuto meno giornate storte dello scorso anno. Abbiamo dato buon gas e limitato i danni”, continua. “Sbagliare fa parte del gioco, anzi il gioco è proprio questo. Impossibile fare quasi 10mila km senza fare errori. Gli stessi organizzatori cercano di non inserire troppi riferimenti certi per rendere la corsa più avvincente. Mi auguro che si continui a parlare dell’evento in modo da destare maggiore interesse e magari ingrandire il numero dei piloti italiani”.

Nel video a inizio articolo l’intervista completa a Gerini.