Caro Presidente Giovanni Toti, cara Assessore Sonia Viale, abbiamo un problema. La gestione dell’emergenza coronavirus nel Tigullio è preoccupante. Solo gli ultimi due casi: due giorni fa, nel reparto di Medicina di Lavagna un uomo di 41 anni è deceduto dopo essere risultato positivo al COVID, nonostante due precedenti tamponi negativi. La casa di riposo Torriglia di Chiavari è passata in pochi giorni dall’essere una Residenza per anziani a dover essere isolata da tutti e commissariata come reparto COVID. (A proposito, il commissario l’avete nominato? Ad oggi mi pare di no).

È l’inizio di una lettera appello di Luca Garibaldi, consigliere Regionale PD, rivolta al presidente della Giunta Regionale Toti, l’Assessore alla Salute Viale e alle autorità sanitarie, ALISA e ASL 4, in merito alle ultime vicende legate alla gestione dell’emergenza coronavirus nel Tigullio. 

Ho cinque domande da farvi, quindi, a voi e ai dirigenti di ASL4 e di ALISA. (Le faccio qui, sui social, visto che in Consiglio da mesi non rispondete).

1) Tamponi: dopo gli ultimi contagi nei reparti e nelle RSA, qual è la situazione dei tamponi fatti per personale e pazienti degli ospedali e delle RSA nel Tigullio? Che screening si faranno nei prossimi giorni?
2) Strutture: qual è la condizione degli ospedali? Ci sono ancora ospedali no COVID? A Sestri, Rapallo, e Lavagna qual è la condizione dei reparti? Sono previste sanificazioni e interventi nelle strutture, anche nelle RSA?
3) Procedure: come è possibile aver ricoverato pazienti con sintomi sospetti in reparti no COVID? Non ci sono protocolli più stringenti?
4) Dispositivi: è vero che da alcuni giorni in tutti gli ospedali è stato richiesto al personale sanitario di indossare mascherine FFP2, con un livello di protezione in più? Per quali ragioni? È prevista la stessa misura di protezione anche per il personale non medico che lavora negli ospedali?
5) Laboratori: per quali ragioni la ASL 4 continua ad essere l’unica ASL ligure che non ha un proprio laboratorio di analisi dei tamponi, e quindi si deve appoggiare a quelli del San Martino che sono già particolarmente sotto stress? Sono cinque prime domande. Servono risposte rapide e iniziative chiare per capire come si voglia affrontare una situazione che rischia di assumere dimensioni ancora più preoccupanti. La Regione continua a lanciare messaggi tranquillizzanti e grandi proclami in vista dell’inizio della fase due. Per tornare alla normalità, bisogna prima superare l’emergenza ma, dalle ultime notizie, ne siamo ancora ben lontani, soprattutto nel Tigullio.”