Riviera Time vi porta per i caruggi di Diano Castello alla scoperta delle curiosità, scorci, storia e cultura del paese delle lone. Ed è proprio da queste che inizia il nostro viaggio, dalle antiche cisterne sotterranee che davano alla popolazione la possibilità di resistere ad assedi e siccità.
A guidarci nell’itinerario sono Gloria Crivelli, consigliera delegata alla Cultura e Alessandro Raiteri, assessore alle Manifestazioni, Sport e Commercio.
“Siamo in uno dei Borghi più belli d’Italia, un tuffo nella storia a due passi dal mare. Oggi visitiamo le storiche lone, cisterne scavate nelle roccia che approvvigionavano l’acqua per il borgo”, esordisce la nostra guida Gloria.
Un pò di storia
L’antico Castrum Diani nasce probabilmente nell’Alto Medioevo per difendere le popolazioni della costa dalle incursioni dei Longobardi e dei Saraceni. La collina scelta per costruire il castello separa i corsi di due piccoli torrenti, il Varcavello e il San Pietro, ed è perfetta per controllare il mare e la terra.
La distanza dai corsi d’acqua e la mancanza di fonti naturali, costrinse gli abitanti del medievale borgo di Diano Castello, che domina il Golfo Dianese, a realizzare cisterne sotterranee d’acqua e un ingegnoso sistema idraulico di convogliamento delle acque piovane: le lone.
Queste intelligenti architetture, costruite grazie al fatto che il sottosuolo era prevalentemente argilloso e impermeabile, permettevano al Castrum Diani di essere autonomo anche in caso di un lungo assedio o nei periodi di siccità. Le lone, profonde fino a 10 metri, sono collocate nei punti strategici del borgo e sono tutt’oggi ancora visitabili.
Le lone
Le lone di Diano Castello sono una testimonianza molto significativa del legame tra l’uomo e l’acqua. Per aumentare l’igiene, le pareti di alcune lone vennero ricoperte di rivestimenti in pietra più dura. Nel corso dei secoli quasi tutte le lone furono ampliate e modificate, per diventare maggiormente funzionali. Nelle vie più antiche del paese quasi ogni casa ha la sua lona, scavata anche a diversi metri di profondità e poi sviluppata in senso orizzontale. Scendendo in cantina bastava calare un secchio e attingere l’acqua. Spesso sotto l’ingresso di queste case una grata indica la loro posizione. Molte lone sono collegate fra loro, per cui il sottosuolo di Diano Castello è un vero e proprio labirinto di grotte artificiali.
Grazie ad Alessandro Raiteri siamo riusciti a visitare anche una delle lone private: “Perfettamente funzionante, lunga circa 17 metri e ha accanto un pozzo per non fare straripare l’acqua quando piove tanto”, spiega.
Le interviste complete a Crivelli, Raiteri e le immagini delle lone nel video-servizio a inizio articolo.