Le classi 3E, 3N, 2G dell’istituto comprensivo musicale Sauro di Imperia hanno celebrato ieri (venerdì) la Giornata europea dei Giusti. Ospiti d’onore il sindaco di Triora Massimo Di Fazio, l’assessore Giacomo Oliva e e la signora Barbara Donati, nuora della figlia dell’autore del libro “Quel recinto di filo spinato”.

I ragazzi delle classi 3N e 2G hanno lavorato su una storia di Giusti poco conosciuta che ha coinvolto in prima persona Francesco Moraldo di Creppo, ma, insieme a lui tutti gli abitanti della piccola frazione di Triora, riconosciuti nel 1999 Giusti tra le nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme. Nel 1943 infatti a Moraldo, maggiordomo di Angelo Donati, ebreo italiano, furono affidate le vite di Rolf e Marianne, due bambini ebrei scampati a un rastrellamento in cui furono catturati i loro genitori, che morirono nei campi di concentramento. Moraldo non esitò un attimo e li portò con sé a Creppo, suo paese natale. Gli abitanti si strinsero intorno ai bambini nascondendoli e proteggendoli per due anni, fino al termine della guerra. Professore di storia per un giorno il bambino di Creppo che divenne amico inseparabile di Rolf, l’arzillo e simpatico novantenne Mario Moraldo, che durante l’intervista fatta dai ragazzi ha saputo incantarli con questa bellissima vicenda. La classe 3E ha voluto ricordare il coraggio di questo salvataggio con un’onorificenza consegnata nelle mani del sindaco Di Fazio, intervenuto in rappresentanza di tutti gli abitanti di Creppo. I ragazzi hanno poi donato agli amministratori le piante di Crocus appena sbocciati, i disegni e le opere fatte con le loro mani.

Gli studenti della 3E hanno invece polarizzato l’attenzione sul libro “Quel recinto di filo spinato” scritto dal bisnonno di Noemi, un’alunna di questa classe, edito dall’allora tipografia Offset nel 1990. L’ufficiale Domenico Tulimiero si sposò con Celeste, figlia del maestro Elena di Villa Faraldi e visse a Imperia dal 1936 in avanti. Il suo libro è un prezioso diario di prigionia in cui racconta giorno per giorno il peso della quotidianità dietro quel filo spinato, l’insopportabile sofferenza della fame e la tragicità di episodi crudeli che vengono soltanto tratteggiati, per un senso di pudore e rispetto. Consci di essere la quarta generazione a cui viene passato il testimone della Memoria di questo periodo storico, i ragazzi hanno deciso di ridare il giusto valore a questo libro per passarlo, a loro volta, ad altri giovani e alla prossima generazione. Lo hanno ripensato nella copertina, nei disegni che sono all’interno e nella prefazione.

“Il nostro desiderio è quello di vederlo ripubblicato con la nostra nuova interpretazione, perché le parole di Tulimiero siano d’insegnamento per tutti”, spiegano gli alunni della 3E. 

La signora Barbara Donati, presente alla cerimonia, è stata omaggiata con una pergamena in memoria dell’avo di famiglia. Al termine le classi dell’istituto musicale, accompagnate dai prof. Bianchi e Balestra, hanno suonato Gam Gam e Aushwitz per ricordare chi nei campi di sterminio perse la vita.

L’evento di studio rientra nell’ambito del Progetto Europeo Crocus, coordinato dalla professoressa Simona Alberti, al quale hanno lavorato con approccio multidisciplinare i ragazzi, seguiti dagli insegnanti Lagorio e Ammirati (Lettere), Corio e Branca (Scienze), Bianchi, Balestra e Moro (musica), Passarotti (chitarra), Pettinato e Ricca (Arte), Mambrini (educatrice) sulle tematiche della Memoria e dei Giusti. I ragazzi hanno ricevuto dall’Irlanda i bulbi di Crocus, che hanno piantato e di cui si sono presi pazientemente cura osservandone la crescita con il prof. Corio e la prof. Branca, al contempo approfondendo la storia del Novecento, della Shaoh e della Memoria con gli insegnanti di Lettere Alberti, Lagorio e Ammirati. Il colore giallo dei Crocus fioriti richiama la Stella di David che gli ebrei furono obbligati a portare, il male subito durante le persecuzioni razziali e le vite del milione e mezzo di bambini spezzate dalla follia del nazi-fascismo. Ma il giallo è anche simbolo di speranza per un futuro migliore in cui il male non si ripeta più e in cui nessuno venga più discriminato. Rappresentano la Memoria che, come dice Liliana Segre, “è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi farlo perché la Memoria serve a difendere la democrazia”. Quest’oggi gli studenti dell’istituto comprensivo Sauro lo hanno fatto.