Il Gruppo Consiliare di Liguria Popolare – Tommasini, Artioli e Correnti – interviene in merito alla notizia emersa ieri sulla possibilità che Amaie Energia, al fine di salvaguardare i posti di lavoro, stia optando per accedere alla cassa integrazione. 

“In premessa rivolgiamo un ringraziamento a tutti gli operatori ambientali che in questo difficile momento lavorano senza sosta per assicurare la pulizia e l’igiene pubblica mettendo anche a rischio la loro salute. Ci teniamo a ringraziare tutta la filiera che va dagli operatori di Amaie Energia fino a coloro che lavorano al sito di smaltimento pubblico provinciale. 

Nel primo trimestre 2019 Sanremo aveva prodotto 2672 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Nello stesso trimestre 2020 la quota è pari a 2696 tonnellate. Nei primi 14 giorni di aprile, sempre di indifferenziata, Sanremo ha prodotto 375 tonnellate. Questo implica anche che, al netto delle chiusure di alberghi, bar e ristoranti, i consumi sono aumentati e/o le seconde case sono piene. Dopo l’ordinanza sindacale di ieri possiamo aspettarci un incremento dato che vengono riattivate parzialmente alcune attività come mercato annonario parte alimentare, ex mercato dei fiori, etc. 

Se a questa produzione sommiamo la parte di raccolta differenziata di carta, plastica, cartone, vetro e le attività collaterali di pulizia, sanificazione e igienizzazione della città capiamo che stiamo parlando di un servizio di primaria importanza. Essenziale per la città di Sanremo

La TARI è stata pagata a fine 2019 e dovrebbe coprire la voce di bilancio relativa alla parte Ambiente per circa 33-34 milioni di euro. 

Rischiamo di avere una diminuzione qualitativa del servizio essenziale di pulizia ed igiene pubblica? 

Pare che una diminuzione quantitativa sia già in atto. Infatti una trentina di operatori sono già a riposo perchè rientrano nella categoria delle c.d. figure “deboli” come da prescrizioni del Ministero. 

Esiste veramente una necessità concreta di accedere ai fondi della cassa integrazione per salvaguardare i costi di struttura?Quali sono le poste di ricavo che hanno subito una contrazione?

Qual’è l’impatto in termini di sostegno al reddito che si attende l’Amaie Energia per proporre questo scenario che anche i sindacati vedono come estrema ratio e non certo nell’immediato? L’Amaie Energia chiederà la cassa integrazione con effetto retroattivo fino a 20 giorni dalla firma di un eventuale accordo? Saranno inclusi anche i lavoratori interinali? Il protocollo prevede che i lavoratori debbano utilizzare prima tutte le ferie pregresse e maturate, questa verifica è stata fatta?Il Comune, dalla sua parte, ha previsto una scontistica sulle poste di bilancio per venire incontro alla propria partecipata? Di fatto ci sono concretamente le ragioni per porre il personale in FIS anche al netto delle riduzioni dei soggetti c.d. a rischio che sono equiparabili agli ospedalizzati o posti in quarantena forzata?Il Gruppo Consiliare per ultimo analizza le parole di Andrea Gorlero  – AD – che afferma: “la città sarà pulita pur con un servizio minimo ma efficace”. 

Ma siamo sicuri che un settore così importante possa essere gestito ai minimi termini? 

Forse il piano industriale di Amaie Energia dovrebbe essere rivisto per capire in modo puntuale i centri di costo e gli effettivi ritorni in termini di marginalità di tutte le attività che la società partecipata ad oggi sta svolgendo. Non è che abbiamo una sorta di multi-utility senza fondamenta ossia con troppi costi di struttura rispetto alle reali marginalità attese? 

Queste alcune riflessioni e domande che Liguria Popolare pone sul tavolo del confronto politico e di quella famosa cabina di regia che stenta a decollare.