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“Una cinquantina di vaccini in più, non prenotati, come media giornaliera”. Questo l’effetto sortito sulla campagna vaccinale, almeno per ciò che concerne il palasalute di Imperia, dall’obbligatorietà del green pass istituita a partire dal 16 ottobre.

A dirlo è il dottor Carlo Amoretti, direttore del distretto sanitario imperiese che a Riviera Time ha fatto il punto della situazione: “Da diversi mesi diamo la possibilità di vaccinarsi senza prenotazione. In questi ultimi giorni abbiamo avuto un maggiore afflusso, ma stiamo parlando di una cinquantina di vaccini non prenotati al giorno. Non numeri eccessivi, ma discreti”.

La sensazione è che, anche a livello locale, l’obbligo di green pass abbia scatenato più una corsa al tampone che al vaccino. Cosa ne pensa?

“Chi avesse voluto vaccinarsi ha avuto la possibilità in questi mesi – sottolinea Amoretti. Oggi c’è stato l’obbligo e quindi qualcuno in più si sta convincendo dell’opportunità di vaccinarsi, ma chi non voleva farlo in larga parte ha continuato su questa strada. Spero che progressivamente le persone opteranno per la modalità di prevenzione legata al vaccino”.

L’obbligo di green pass non risulta quindi, almeno per ora, essere stato una svolta dal punto di vista vaccinale. In provincia sono circa, in totale, 1800 le prime dosi somministrate nell’ultima settimana con, dato Asl aggiornato al 18 ottobre, ancora 54727 non vaccinati. Secondo lei perché questa fetta così importante?

“Noi notiamo in alcuni ambiti relativi alla fascia di età, fra i 50 e 60 anni, e ai luoghi più isolati dell’entroterra una resistenza nella convinzione che il vivere da soli e avere pochi contatti possa far superare questo periodo senza l’obbligo vaccinale – spiega il dottore. Credo non sia un’azione corretta perché la vaccinazione, oltre che un intervento di salute individuale, è un intervento di salute pubblica che permette l’abbattimento del virus”.

Conclusione dedicata all’avvio della somministrazione della terza dose di vaccino: “Stiamo seguendo le categorie – evidenzia il direttore. In gran parte persone prenotate, poi i sanitari e le case di riposo che entro il 26 di questo mese avremo concluso. Non siamo invece ancora partiti con le terze dosi a domicilio perché attualmente è disponibile soltanto il vaccino Pfizer che ha necessità tecniche di diluizione che non ci consentono di farlo a casa di ciascuno”.