NUOVE PROPOSTE

Eugenio in Via di Gioia – Look marinaresco, buon ritmo accompagnato da alcuni passi di danza appena abbozzati, utilizzo intelligente della ‘pizzicata’, nel complesso canzone usa-e-getta. Voto 6-

Tecla Insolia – Assomiglia ad una donna ma ha solo 16 anni. Impianto del pezzo molto classico, troppo per una minorenne. Ha avuto quasi un anno di tempo per un brano dimenticabile. Voto 5+

Fadi – Promettente inizio chitarra e voce, poi si trasforma in uno spot per Bologna. Grossi sforzi vocali in cambio di tiepidi applausi. Voto 6

Leo Gassman – Ha la vena teatrale nel dna, soffre sui toni bassi appena soffiati, poi cresce ma va in difficoltà. Chiede l’aiuto del pubblico che lo premia con un applauso. Voto 6-

BIG

Irene Grandi – Scende le scale con timore ma ritrova grinta da rocker quando inizia il brano scritto da Vasco e Gaetano Curreri. Ritmo incalzante, dispendio vocale, urla un po’ troppo. Voto 6,5

Marco Masini – Si siede al pianoforte, camicia aperta per dar sfogo alle parole, rasenta il falsetto per una canzone dallo schema classico festivaliero. Voto 5,5

Rita Pavone – Carramba che flash back! Padrona del palco da vera professionista, gran voce senza apparente fatica, è la Loredana Bertè del Festival 2020. Da lei arriva la sveglia del 70esimo. Voto 7,5

Achille Lauro – La solita sobrietà, osa l’inosabile e lascia tutti a bocca aperta con lo strip trasgressivo in stile Freddy Mercury. Tutti lo guardano, in pochi lo ascoltano. O lo ami o lo odi. Voto 6.5

Diodato – Dal profano al sacro. Il cantautorato sale sul palco, bella canzone molto difficile da canticchiare sotto la doccia. In pole per un premio della critica. Voto 7,5

Le Vibrazioni – Non escono dalla loro comfort zone ma il risultato è molto gradevole. Sembrano in ottima forma, intelligente l’utilizzo del linguaggio dei segni. Voto 7,5

Anastasio – Ecco il rap. Come sempre per lui, un testo che esplode di rabbia. Le chitarre, le percussioni ed uno sfondo rosso fuoco proprio come il titolo del suo brano. Voto 6,5

Elodie – La sorpresa della serata. Supersexy, carica e concentrata, strizza l’occhio alle pop star d’oltreoceano, un mix di cambi di ritmo e tanto coraggio per gli inevitabili confronti con le icone pop che riempiono gli stadi di mezzo mondo. Voto 8

Bugo e Morgan – Morgan si prende la scena cercando di confondere le acque, la ‘spalla’ Bugo regge il moccio ma il pezzo è debole come la voce del fu Bluvertigo. Sono solo canzonette. Voto 5

Alberto Urso – Poteva mancare il melomane da esportazione? Il tenorino si gioca la carta della canzone all’italiana. Ha un suo zoccolo duro e un suo perchè. Voto 6

Riki – L’idolo dei giovanissimi è fuori contesto, la storia che racconta è riservata agli appena over Zecchino d’Oro. Di certo farà breccia sul web ma il Festival è altra cosa. Voto 6

Raphael Gualazzi – Ha il merito di riportare un po’ di allegria tra il pubblico dopo le storie brutte brutte di violenze di genere. Si diverte, fa divertire e ci regala un sonno senza troppi sensi di colpa. Voto 6,5