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Ci sono anche due testimonial calcistici, divisi da una storica rivalità, per lanciare la campagna di screening per la prevenzione ed eventualmente per la cura dell’epatite C andando a scovare il virus Hcv. Il manifesto di questa iniziativa, a livello locale raffigura due calciatori, Simone Bregliano della Sanremese e Luigi Castaldo dell’Imperia, con un ‘fumetto’ che recita: “L’unico momento in cui Ci trovate d’accordo (Castaldo)” e “UniamoCi nella prevenzione” (Bregliano), tra l’altro nell’immediata vigilia del derby di Serie D che si giocherà domenica al Comunale matuziano.

La campagna è rivolta alla fascia d’età 32-52, oltre 50mila persone nella nostra provincia, come hanno ricordato quest’oggi i partecipanti all’incontro di lancio dell’iniziativa: Silvio Falco direttore generale Asl1, Valentina Pizzo biologa, Giovanni Cenderello primario Malattie Infettive e Costanza Pireri vice-sindaco e assessore ai Servizi sociali di Sanremo.

“L’epatite C è una patologia curabile in otto settimane con una terapia semplice che non impatta sulla qualità della vita – ha detto il dottor Giovanni Cenderello – e quindi è cruciale per noi tutti andare a scovare quei soggetti che hanno l’epatite C e non sanno di averla”.

“Nel 2020 – spiega Cenderello – il sindaco Biancheri ha firmato il protocollo di Parigi e Sanremo è così diventata una delle otto ‘fast track city’ in Italia contro l’Hiv e l’Hcv e questo ci consente anche di fare attività di prevenzione nelle scuole e presso i medici di famiglia”.

“Il programma di screening per l’epatite C verrà avviato all’inizio del 2022 – dice Valentina Pizzo – e ricordiamo che in questa Asl ve ne sono già altri tre in corso che riguardano la mammografia, il colon retto e la cervice uterina. Il test è sierologico e completamente gratuito. Il 3% dell’intera popolazione mondiale è affetta da questo virus, un milione di casi li abbiamo in Italia ma molti lo hanno contratto e non lo sanno. La diffusione, che avviene attraverso il contatto di sangue o emoderivati, è comunque praticamente azzerata da quando vengono utilizzati materiali monouso, il nostro compito è di trovare chi ha contratto il virus e non lo sa”.

Nel video servizio a inizio articolo le interviste a Giovanni Cenderello e Valentina Pizzo.