[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videourl=”https://vimeo.com/265192928″ videoadsurl=”https://vimeo.com/236432438″ adsurl=”http://www.rivierarecuperi.com/”]L’ospite di oggi dell’Intervista di Riviera Time è Luca Lanteri, candidato sindaco del centrodestra alle elezioni del prossimo 10 giugno, che spiega lo spirito con cui ha accettato di scendere in campo: “Sono cosciente dei problemi che Imperia ha davanti. Ma sono anche consapevole – dice – di avere con me una squadra che possa affrontare e risolvere questi problemi”.

Lanteri è espressione del cosiddetto ‘modello Toti, che, dopo Savona, Genova e La Spezia, punta a conquistare anche il capoluogo del Ponente ligure. Questo è un peso in più in vista del voto? “Assolutamente no, è un onore”, dichiara. “Porto avanti quello che è il centrodestra tradizionale, unito, con tutti i partiti e le anime civiche. Sono certo che si riuscirà a creare un bel mix di persone giovani e altre di esperienza”.

A caratterizzare questa campagna elettorale è la divisone tra scajoliani e totiani, con molti esponenti del centrodestra che – dopo tanti anni passati assieme – si trovano oggi su fronti contrapposti. “Sarà certamente una campagna elettorale strana, anomala. Ne sono consapevole”, sottolinea Lanteri. “Stiamo spiegando ai cittadini quanto è accaduto. Tutto questo non è imputabile a noi, la spaccatura è dovuta alla presa di posizione di Claudio Scajola, con il quale non si è riusciti a trovare un accordo. Io non mi spavento. Non mi candidato – aggiunge – contro qualcuno, ma per il bene della città. C’è una bella squadra e abbiamo, ad esempio, già annunciato il nome del vice sindaco, che sarà Antonio Parolini”.

Da assessore Lanteri si è occupato della genesi del porto di Imperia, che ad oggi rimane incompiuto, così come le speranze di sviluppo economico legate ad esso. “Il porto è ciò che più mi ha impegnato nella mia vita”, dichiara il candidato sindaco. “Abbiamo fatto una programmazione e una progettazione che non soltanto non rinnego ma che rivendico convintamente. Abbiamo fatto le scelte giuste. Era un bel progetto, chiaramente dimensionato alle grandi aspettative degli anni 2000. Oggi ci sono situazioni diverse che non dipendono dalla città ma da una congiuntura nazionale e internazionale”.

Ma non si rimprovera nulla? “Non mi rimprovero nulla, ma bisogna dire che ci sono tante cose che sono andate male”, afferma Lanteri. “Non ha funzionato la parte operativa, la scelta del costruttore. Avevamo un progetto bellissimo, ma nella pratica abbiamo avuto un’incompiuta. Il soggetto ha realizzato un porto a metà, ha venduto i posti barca, ma questo non ha dato nessun risultato alla città. Anzi, pensate alle banche, che hanno dato 140 milioni di euro per finanziare il porto e non hanno ripreso una lira”.

Lanteri spiega anche in che direzione si muoverebbe nel caso in cui fosse eletto sindaco. “Bisogna mettere mano al progetto, cercando di razionalizzarlo, tagliando delle volumetrie e in particolare la parte residenziale. Bisogna – prosegue – fare una revisione del progetto, non perché non andasse bene, ma perché importanti opere di urbanizzazione non sono state realizzate. Mi impegno a farlo immediatamente. Per quanto riguarda la fase operativa bisogna pensare che il Comune deve prendersi tutte le responsabilità e deve richiedere la concessione demaniale. Poi bisogna trovare, con gare chiare e trasparenti, il soggetto per realizzare le opere”.

Il candidato sindaco del centrodestra rivela infine quale sarà il motto della sua campagna elettorale. “Lo slogan sarà ‘la forza della squadra’. Non ci sarà un uomo solo al comando, ma – conclude – ci sarà una squadra che sarà in grado di affrontare i problemi, dal porto ai conti del Comune, alla pista ciclabile”.