Collette ozotto

Quando si parla di emergenza rifiuti viene in mente un vecchio proverbio, che traendo origine dalla saggezza popolare con sole 7 parole centra il bersaglio meglio di chilometrici analisi e discorsi: “cambia la musica ma non i suonatori”. In Piemonte dicono “è mutato il maestro di cappella ma la musica è la stessa”. Da che parte la si giri quando in Riviera, in Liguria, in Italia, in tutto il mondo si parla di uno dei più gravi problemi del pianeta come quello dell’emergenza rifiuti cambia poco. Per dirla con un altro proverbio contadino purtroppo “se non è zuppa è pan bagnato”. Sta crescendo sempre più anche il numero di chi definisce inaccettabile tutto questo “rimandare soluzioni”, questo “non risolvere mai il problema” da parte delle autorità amministrative, sindaci, prefetto, Provincia, Regione.

Ad Imperia, in particolare a Taggia e Sanremo, “l’affaire” rifiuti, l’emergenza rifiuti dura da una vita, da 35-40 anni. E qui, nel Ponente ligure, in tutto questo tempo si può dire che, a parte il calendario e gli anni che passano che non fanno sconto a nessuno, non sono quasi mai cambiati né musica né suonatori. A cominciare proprio sostanzialmente dal sito di smaltimento rifiuti e da chi lo gestisce quasi in sistema di monopolio, in regione Colli in quel di Taggia, e la ditta Idroedil-Ghilardi. Se si sfogliano i giornali, se si guardano le registrazioni, i servizi, i dibattiti e tavole rotonde delle tv private si vedono sindaci, assessori, consiglieri di tantissimi comuni, amministrazioni provinciali, regionali di ieri che ancora oggi amministrano, seggono sulle stesse poltrone, hanno fatto promesse, carriera, cambiato bandiera. Risultati? Lascio a voi rispondere. Emergenza era ed emergenza è.

Il problema certamente non è di facile soluzione, però se da anni siamo andati sulla Luna, è inaccettabile che non si riesca a risolvere il problema spazzatura dalle strade, l’igiene urbana, la raccolta e lo smaltimento rifiuti. Ciascuno di noi paga tasse salate e deve avere servizi adeguati. L’igiene, la pulizia sono un diritto, non parole, basta promesse mai mantenute.

Ai Colli, in quel di Taggia, secondo un bando di gara europeo sono stanziati più di 200 milioni di euro per costruire un Biodigestore di trattamento dei rifiuti. È stato approvato, in ritardo, dalla Provincia, dalla maggioranza di tutti i sindaci imperiesi sotto la presidenza di Domenico Abbo. Un project financing presentato anni fa dalla ditta Idroedil srl e da Wtt-Waste Treatment Technologies con sede in Olanda. Sarà la volta buona? Come sempre c’è un grosso problema. Sino ad oggi non si sono mai trovate soluzioni, solo scavi in cima alla collina dove sotterrare rifiuti. Nel tempo si è solo saputo concedere alla Idroedil l’apertura di buche, definite “lotti”, dove scaricare rifiuti solidi urbani. Lotto 1, 2, 3, 4, 5, 6. Il lotto 6 è scaduto il 31 dicembre 2021 e si è in prorogatio fino al riempimento della buca. Il sogno sta diventando però un incubo perché, anche qui, l’iter per l’ennesima volta è in gravissimo ritardo e la “buca 6” presto sarà satura, non potrà più accogliere spazzatura.

I rifiuti dovranno essere portati di nuovo, con colonne di tir ed in grandi quantità fuori provincia. Chi dice a Savona, chi in Piemonte, chi a Montecarlo, il tutto con fortissimi rincari. Chi paga? Il cittadino è stanco di tasse, la pandemia ed il Coronavirus hanno dato e continuano a dare mazzate a tutti. Il sindaco di Taggia, Mario Conio, ha detto con chiarezza che nel suo Comune non ci saranno altri nuovi “lotti” dopo il 6. Lo ha promesso ai suoi concittadini. In primavera ci saranno le elezioni e Conio si ricandida. Non può, alla vigilia delle urne, promettere invano. Oggi pomeriggio, l’ex ministro Claudio Scajola, (anche lui come tanti altri già in politica da 30/40 anni) che oltre a ricoprire la carica di sindaco di Imperia è stato anche eletto da pochi mesi Presidente della Provincia, ha riunito tutti i sindaci per decidere sul da farsi. Riunione tutt’altro che facile. Ci sarà un “lotto 6” o “6 e mezzo”? Non si respira aria buona, anche perché il Biogestore presentato a suo tempo qualcuno dice che ormai è obsoleto, superato. Anche che il primo colpo di piccone Ghilardi e soci probabilmente non lo potranno dare, a meno che non ci siano altre sorprese, non prima di 5 anni. Insomma per dirla come Gino Bartali sarebbe “tutto sbagliato, tutto da rifare”.