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La località Villetta è situata sulle alture di Sanremo, la sua storia è documentata fin dal 1215, quando un proprietario locale di nome Oberto Caparro, in seguito all’assassinio di un certo Ugo Ascenso da parte dei suoi due figli Bonaccorso e Rainaldo, dette come pegno le sue terre in zona.

Il seguente anno, le terre gli vennero sequestrate per non aver pagato la multa di 40 lire che gli era stata inflitta il 21 febbraio dell’anno precedente; al proprietario venne tuttavia concessa la possibilità di riottenere i suoi possedimenti nel caso avesse pagato entro tre anni la somma di 28 lire, che ancora doveva all’arcivescovo di Genova.

Da lì in poi non abbiamo più notizie ufficiali sulla Villetta fino al 1489. Grazie alla diffusione della carta si propagarono anche gli atti notarili e i documenti che sono contenuti nell’archivio storico di Sanremo dal quale possiamo stabilire che in zona abitassero circa mille fuochi dal 1490 al 1550.

Negli archivi inoltre si trovano varie sentenze e denunce che ci mostrano la vita agricola e le dispute su diritti di passaggi e terreni così come l’attuazione, già all’epoca, di leggi restrittive per il taglio del bosco, in impoverimento. Il legname veniva utilizzato per le imbarcazioni. Oltre che i primi divieti sull’utilizzo dei beodi, causa diminuzione delle piogge, questo ben un secolo prima dell’imposizione consorziale.

La costruzione dell’oratorio campestre della Villetta fu avviata il 28 aprile 1685, giorno in cui il Consiglio comunale sanremese stanziò la ragguardevole somma di 100 lire, come elemosina per l’edificio sacro. Questo lo pone tra i primi oratori campestri sanremesi, precedentemente abbiamo documentati: San Donato (1630), San Bartolometo (1665) e la Villetta (1685).

La chiesa rimase quindi di pertinenza esclusiva del Comune di Sanremo, che vi esercitava una sorveglianza pubblica e diretta, come attestato tra l’altro dalla sostituzione dei Massari, della cappella Giuseppe Ansaldi e Gio Moreno, militari impegnati nella guerra contro i Savoia, con Antonio Sacco, Raimondo Scarella e Stefano Ansaldo, stabilita dal Consiglio il 29 maggio 1745.

La chiesa oggi risulta un punto focale della frazione. L’edificio appare di piccole dimensioni, ma ornato di pregiati marmi e conserva all’interno un’artistica pala, sopra l’altare maggiore, raffigurante la Natività della Beata Vergine Maria e il dipinto della Madonna con il Bambino e sant’Antonio da Padova, realizzato da un ignoto pittore della Liguria occidentale nel XVIII secolo, appeso ad una parete sul lato sinistro della navata centrale, entrambe recentemente restaurate.

All’interno si trova anche un piccolo organo donato da alcuni benefattori, che hanno provveduto ad ornare e ampliare ulteriormente la chiesa, divenuta troppo “stretta” per contenere il sempre maggior numero dei fedeli. Tanti i nomi che hanno contribuito allo sviluppo e al mantenimento della chiesa, ricordati all’interno dell’edificio, punto di ritrovo di una frazione campestre e memoria di oltre 800 anni.